Gazzetta di Modena

Modena

Il padrino potrà svelare gli affari in regione 

Ha già iniziato a parlare con la Dda di Bologna. Aveva contatti con gli imputati del processo Aemilia

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Cosa potrebbe raccontare Nicola Rocco Femia sulla ’ndrangheta emiliana? Tante cose, e lo sta già facendo con il pm antimafia Francesco Caleca. Il boss, che sostiene di essere un membro riservato, ossia di non aver avuto bisogno del battesimo mafioso in quanto uomo di Mazzaferro, ’ndrina tra le più potenti al mondo, ha un filo diretto con i Grande Aracri, locale alla sbarra nel processo Aemilia.
Tra Nicola Femia e la criminalità organizzata calabrese esistono diversi contatti. Uno di questi, secondo il Gico della Guardia di Finanza di Bologna, è Michele Bolognino, imputato nel processo Aemilia, l’uomo che guidava, stando all’accusa, l’infiltrazione post terremoto. «I rapporti tra Femia e Michele Bolognino sono caratterizzati da un sostanziale reciproco rispetto», si legge in un’informativa articolata, trasmessa al sostituto procuratore della Dda di Bologna, Marco Mescolini.
C’è un episodio su tutti, già approdato in tribunale, relativo a un’aggressione, che mette in luce i rapporti e la conoscenza tra Femia e Bolognino. Bisogna tornare al 27 febbraio del 2012 quando un commerciante d'auto di Granarolo (Bologna) viene aggredito dal nipote di Femia per una presunta mancanza di rispetto verso un altro parente del capofamiglia Nicola. Il boss per mettere a posto le cose chiama Bolognino, al quale il commerciante fa riferimento. Bolognino si mette quindi a disposizione per un incontro chiarificatore. Ma il nipote di Femia non aspetta l'incontro e aggredisce il commerciante. Bolognino si sente con Nicola Femia a cui dice di non aver agito sul giovane per rispetto dello zio.
Si conoscevano i Femia e gli esponenti dei Grande Aracri e chissà se hanno anche fatto affari insieme? Questo lo dovrà raccontare il nuovo pentito alla procura Antimafia regionale. (fd)