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Intercettazioni di Giovanardi, il Gip non ha ancora deciso

Intercettazioni di Giovanardi, il Gip non ha ancora deciso

Alcune intercettazioni e tabulati telefonici, che riguardano il senatore Carlo Giovanardi, sono al vaglio del Gip del tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi che deve valutarli, decidendo se chiedere o...

27 aprile 2017
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Alcune intercettazioni e tabulati telefonici, che riguardano il senatore Carlo Giovanardi, sono al vaglio del Gip del tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi che deve valutarli, decidendo se chiedere o meno al Senato l’autorizzazione ad utilizzarli. Giovanardi è indagato, dalla Procura Antimafia, con Augusto e Alessandro Bianchini e l’ex vice prefetto Mario Ventura, in uno dei filoni dell’inchiesta “Aemilia”. Al gruppo vengono contestate pressioni alla Prefettura per salvare dall’interdittiva antimafia la Bianchini Costruzioni e poi la Ios del figlio, quando l’impresa di famiglia era già stata esclusa.
Le telefonate - si parla di almeno quattro contatti - furono intercettate in un diverso fascicolo di indagine, poi archiviato, ed erano con il responsabile di un’altra ditta, che aveva avuto guai analoghi con la Prefettura. I tabulati furono invece chiesti dagli investigatori, ma dovevano riguardare solo altre persone nell’indagine relativa alla Prefettura. All’udienza erano presenti i pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi e i difensori degli indagati, tra cui il figlio del parlamentare, avvocato Davide Giovanardi, e l’avvocato Alessandro Sivelli di Modena, che rappresenta Ventura. I Bianchini sono invece difesi dal prof. Giulio Garuti e Simone Bonfante, che già li seguono al processo Aemilia. Il senatore non era presente. Nell’indagine Dda sono ipotizzati a vario titolo i reati di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e minaccia o violenza a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, con l’aggravante di aver rafforzato l'associazione ’ndranghetistica emiliana.
Il giudice dovrà valutare l’ammissibilità di conversazioni in cui il parlamentare fu intercettato in maniera “indiretta”, cioè non era lui ad essere sottoposto ad ascolto investigativo. E di tabulati acquisiti nei confronti di altri. Secondo le difese i Pm, quando li acquisirono, stavano già di fatto indagando su Giovanardi - ci sono oltre 300 telefonate tra i Bianchini e il senatore fin dai tempi della Bianchini Costruzioni - e in conseguenza del suo status di parlamentare avrebbero perciò dovuto chiedere l’autorizzazione prima e non dopo.