“Gente di Fotografia” La sfida di Ettore Zanfi alla ricerca del bello
di Michele Fuoco
Una rivista curata come un libro e una collana dedicata agli autori più significativi pubblicati dall’editore modenese
3 MINUTI DI LETTURA
È pubblicata a Modena da Polyorama Edizioni srl “Gente di Fotografia”, la rivista trimestrale considerata la migliore a livello nazionale, e non solo, per qualità di immagine e di contenuti. Una rivista, di grande formato, che si pone come un volume fotografico: 150 pagine, 200 immagini e una stampa di assoluto pregio, per la carta, l'impaginazione, la cura estrema nei dettagli, la presentazione. «Una grande differenza - dice l’editore Ettore Zanfi - rispetto alle altre. Fortissima la scelta editoriale, difficile da mantenere, di non avere pubblicità, perché la rivista possa essere indipendente, senza condizionamenti, vivendo grazie alla diffusione e agli abbonamenti».
Che significa “essere indipendente”?
«La rivista si fonda sulla passione di chi la fa e di chi la riceve. Gli abbonati ci adorano e ci inviano mail di complimenti, ci incitano a non mollare. Si prefigge di fare delle scelte non di autori famosi, dai nomi altisonanti, ma di cercare fotografi, a volte anche del tutto sconosciuti, che propongano lavori validi».
Come viene fatta la scelta degli artisti?
«Ci si muove su tre posizioni: l'artista manda il proprio lavoro con un pdf che viene valutato da un comitato scientifico che, presieduto dal direttore Franco Carlisi, opera la selezione. La nostra presenza ai festival di fotografia, in Italia e all'estero, ci permette di conoscere autori bravi ma non noti, o di avere conferme. La terza via è quella è sul web, dove si trova tutto: rubriche, siti, concorsi, tendenze».
La rivista è nata modenese?
«È siculo-modenese. È nata 23 anni fa in Sicilia. A fine 2011 è cambiata la struttura societaria. La sede legale, amministrativa, con il reparto diffusione, è a Modena, al Direzionale 70, in via Giardini 476/N. L'organizzazione della rivista si divide tra Modena e Sicilia, dove risiede il direttore. Gli articoli sono spesso di intellettuali, professori universitari, non strettamente legati al mondo della fotografia, ma alla filosofia. Abbiamo anche contatti con studiosi di Parigi, Berlino e Barcellona».
Cosa è cambiata rispetto alla “vecchia” rivista?
«Una maggiore foliazione, la traduzione in inglese che la rende ancora di più internazionale, una più diffusa distribuzione. La si trova (14 euro è il prezzo di copertina), sul nostro sito www.gentedifotografia.it, oltre che su Facebook e Instagram, nelle librerie specializzate, nei bookshop dei festival, come Fotografia Europea a Reggio Emilia, Sifest a Savignano sul Rubicone; alle fiere, come Mia di Milano, dove quest'anno abbiamo presentato, per la prima volta, una selezione di opere, in vendita, di autori di cui si parla nella rivista. Un’esperienza che proseguirà anche con la pubblicazione, on-line, della galleria».
Quali le rubriche più importanti?
«Ampio spazio a “Portfolio” di autori italiani e internazionali; “Close up” con l'intervista del direttore Carlisi a un fotografo o organizzzatore di festival, curatore, gallerista; “Punctum” dove un esperto racconta o legge una fotografia conosciuta e storica; “Photofair” che riporta i reportage di manifestazioni fieristiche e festival. Sempre rigorosa la selezione delle immagini con approfondimento scritto. Un lavoro ben fatto, tanto che nel 2014 “Gente di Fotografia” ha ottenuto il riconoscimento di rivista di carattere scientifico».
Voi pubblicate anche splendidi libri …
«Abbiamo fondato, nel 2013, la collana “I Quaderni di Gente di Fotografia”, pubblicando nel tempo 12 libri di autori noti, come Silvia Camporesi, e altri importanti ma forse meno conosciuti al pubblico. Si vuole colmare un vuoto di qualità che spesso si presenta nei cataloghi che accompagnano le mostre. È una collana che sta andando molto bene. Di “Edizioni Gente di Fotografia” sono anche libri di altissima raffinatezza: “Ferita Armena” di Antonella Monzoni, ha vinto il premio Bastianelli nel 2016, come miglior libro fotografico pubblicato, lo scorso anno, in Italia».
Che significato assume questa rivista a Modena, “patria” di famosi autori?
«Siamo orgogliosi, come modenesi, di portare avanti nel migliore dei modi questo progetto editoriale, molto apprezzato anche all'estero. Ci auguriamo che anche le istituzioni che potrebbero essere più vicine a noi, come Fondazione Fotografia, ci diano la possibilità di interagire con loro, soprattutto ora che è stata nominata la nuova direttrice Diana Baldon».
Che significa “essere indipendente”?
«La rivista si fonda sulla passione di chi la fa e di chi la riceve. Gli abbonati ci adorano e ci inviano mail di complimenti, ci incitano a non mollare. Si prefigge di fare delle scelte non di autori famosi, dai nomi altisonanti, ma di cercare fotografi, a volte anche del tutto sconosciuti, che propongano lavori validi».
Come viene fatta la scelta degli artisti?
«Ci si muove su tre posizioni: l'artista manda il proprio lavoro con un pdf che viene valutato da un comitato scientifico che, presieduto dal direttore Franco Carlisi, opera la selezione. La nostra presenza ai festival di fotografia, in Italia e all'estero, ci permette di conoscere autori bravi ma non noti, o di avere conferme. La terza via è quella è sul web, dove si trova tutto: rubriche, siti, concorsi, tendenze».
La rivista è nata modenese?
«È siculo-modenese. È nata 23 anni fa in Sicilia. A fine 2011 è cambiata la struttura societaria. La sede legale, amministrativa, con il reparto diffusione, è a Modena, al Direzionale 70, in via Giardini 476/N. L'organizzazione della rivista si divide tra Modena e Sicilia, dove risiede il direttore. Gli articoli sono spesso di intellettuali, professori universitari, non strettamente legati al mondo della fotografia, ma alla filosofia. Abbiamo anche contatti con studiosi di Parigi, Berlino e Barcellona».
Cosa è cambiata rispetto alla “vecchia” rivista?
«Una maggiore foliazione, la traduzione in inglese che la rende ancora di più internazionale, una più diffusa distribuzione. La si trova (14 euro è il prezzo di copertina), sul nostro sito www.gentedifotografia.it, oltre che su Facebook e Instagram, nelle librerie specializzate, nei bookshop dei festival, come Fotografia Europea a Reggio Emilia, Sifest a Savignano sul Rubicone; alle fiere, come Mia di Milano, dove quest'anno abbiamo presentato, per la prima volta, una selezione di opere, in vendita, di autori di cui si parla nella rivista. Un’esperienza che proseguirà anche con la pubblicazione, on-line, della galleria».
Quali le rubriche più importanti?
«Ampio spazio a “Portfolio” di autori italiani e internazionali; “Close up” con l'intervista del direttore Carlisi a un fotografo o organizzzatore di festival, curatore, gallerista; “Punctum” dove un esperto racconta o legge una fotografia conosciuta e storica; “Photofair” che riporta i reportage di manifestazioni fieristiche e festival. Sempre rigorosa la selezione delle immagini con approfondimento scritto. Un lavoro ben fatto, tanto che nel 2014 “Gente di Fotografia” ha ottenuto il riconoscimento di rivista di carattere scientifico».
Voi pubblicate anche splendidi libri …
«Abbiamo fondato, nel 2013, la collana “I Quaderni di Gente di Fotografia”, pubblicando nel tempo 12 libri di autori noti, come Silvia Camporesi, e altri importanti ma forse meno conosciuti al pubblico. Si vuole colmare un vuoto di qualità che spesso si presenta nei cataloghi che accompagnano le mostre. È una collana che sta andando molto bene. Di “Edizioni Gente di Fotografia” sono anche libri di altissima raffinatezza: “Ferita Armena” di Antonella Monzoni, ha vinto il premio Bastianelli nel 2016, come miglior libro fotografico pubblicato, lo scorso anno, in Italia».
Che significato assume questa rivista a Modena, “patria” di famosi autori?
«Siamo orgogliosi, come modenesi, di portare avanti nel migliore dei modi questo progetto editoriale, molto apprezzato anche all'estero. Ci auguriamo che anche le istituzioni che potrebbero essere più vicine a noi, come Fondazione Fotografia, ci diano la possibilità di interagire con loro, soprattutto ora che è stata nominata la nuova direttrice Diana Baldon».

