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Matematica, l’apparente inutilità che tiene in piedi anche Google

di Chiara Cavani
Matematica, l’apparente inutilità che tiene in piedi anche Google

“L’apparente inutilità della matematica” è il titolo dell’intervento realizzato da Marco Malvaldi durante l’assegnazione del Premio Tamagnini all’Ites Barozzi.Laureato in chimica, scrittore di gialli...

02 dicembre 2017
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“L’apparente inutilità della matematica” è il titolo dell’intervento realizzato da Marco Malvaldi durante l’assegnazione del Premio Tamagnini all’Ites Barozzi.

Laureato in chimica, scrittore di gialli di grande successo, Malvaldi ha iniziato la sua presentazione salendo sul tavolo del palco dell’aula magna, compiendo un gesto inaspettato quasi alla Robin Williams dell’Attimo Fuggente, con cui ha saputo attirare l’attenzione dei giovani studenti. Per introdurre il suo discorso sulla “Teoria dell’inutilità”, Malvaldi ha chiesto agli studenti quale fosse la loro idea di “oggetto inutile”, mostrando nella presentazione alcuni suoi esempi di oggetti definiti inutili, quali un ombrello di cemento armato o un doppio calice, o “Ultimate Machine” di Claude Shannon costituita da una scatola di legno con due posizioni: nel caso in cui la macchina venisse accesa, sarebbe uscita una mano che spegneva la macchina e rientrava nella scatola. Sebbene quest’ultima possa sembrare inutile essendo un ciclo chiuso, in quanto non permette interazioni o scambi di energia con l’ambiente circostante, Malvaldi ha sottolineato che «Shannon sapeva bene che il suo oggetto non era inutile» e così è stato poiché contribuì alla costruzione di automi. Ha riportato anche l’esempio di Menecmo che studiando le sezioni coniche con modelli matematici che lui riteneva inutili, ha i fornito una base per la dimostrazione delle teorie di Keplero riguardanti le orbite ellittiche delle rivoluzioni dei pianeti intorno al sole.

E non solo, anche le teorie sulla trasmissione del calore di Fourier vennero definite inutili, eppure oggi non c’è disciplina scientifica che non ne faccia uso, a partire proprio dalla trasmissione dell’informazione digitale, che è possibile proprio grazie a questo teorema.

«E se provassimo a parlare del teorema di Perron-Frobenius? Chi lo conosce?», ha continuato il matematico. È un teorema di algebra che sembra una delle affermazioni più inutili e astratte a cui si possa pensare, tuttavia senza la sua esistenza non avremmo Google.

Con questi esempi, Malvaldi non ha voluto solo spiegare ai ragazzi come le scoperte matematiche preannuncino anni prima rivoluzioni scientifiche o tecnologiche, ma come affermazioni e teorie giudicate inutili abbiano potuto invece apportare miglioramenti nella società. «Quanto può essere pericoloso e pregiudicante definire inutile un’entità che in realtà non conosciamo? E le nostre azioni e i nostri pensieri sono veramente utili?» questi gli ultimi interrogativi che Malvaldi ha posto agli studenti in chiusura. Un intervento stimolante…Utile!