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Guernica: «Lasciare l’ex Cavour? Prima dibattito sugli spazi sociali»

Guernica: «Lasciare l’ex Cavour? Prima dibattito sugli spazi sociali»

«Un dibattito serio, organico e sistematico sulla totale assenza di spazi sociali a Modena»: è quanto torna a chiedere il collettivo Guernica in risposta alle dichiarazioni del vescovo Erio...

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«Un dibattito serio, organico e sistematico sulla totale assenza di spazi sociali a Modena»: è quanto torna a chiedere il collettivo Guernica in risposta alle dichiarazioni del vescovo Erio Castellucci il quale pochi giorni fa aveva ribadito la propria disponibilità ad attivare un confronto sul cinema Cavour, di proprietà della Diocesi, ma occupato lo scorso 3 dicembre dal Guernica. Pur nutrendo non poche perplessità sul progetto del Diocesi, ovvero quello di far nascere all’interno del cinema una mensa per i poveri, il collettivo Guernica ha nuovamente dichiarato di non volersi opporre a tale piano, ma ha ribadito come la priorità rimane la volontà di «intavolare un dibattito sul riutilizzo dal basso di edifici abbandonati».

Dall’altra parte del tavolo, tuttavia, secondo il Guernica dovrebbe trovarsi l’amministrazione comunale definita come «l'interlocutore naturale che dovrebbe essere incline all'ascolto delle istanze che partono dalla cittadinanza» ma che, invece, «ha già mostrato ampiamente la propria volontà di chiudere la porta in faccia a qualsiasi ipotesi di dialogo con realtà che non si rifacciano direttamente alle solite "emergenze" sicurezza, immigrazione e microcriminalità». Il cinema Cavour, occupato dal Guernica pochi giorni lo sgombero dell’ex cinema Olympia, fu infatti definito dal collettivo come «uno spazio di garanzia” al fine di portare nuovamente al centro l'ipotesi di un dibattito sulla gestione degli spazi in città chiedendo all’amministrazione comunale di interloquire in tal senso. Ad oggi, però, questo confronto non si è ancora verificato e, date le parole del vescovo, il Guernica vuole adesso accogliere “la disponibilità al dialogo di un'altra istituzione importante, come la diocesi, più aperta all'ascolto di chi dovrebbe esserlo per ruolo».