Gli studenti a lezione di legalità
La terza ha incontrato il testimone di giustizia Donato Ungaro
Mafia al nord. Difficile prendere coscienza di questo fenomeno che è quasi sempre associato al sud. Ed invece è proprio ora che bisogna aprire gli occhi come hanno fatto gli studenti della terza liceo al classico Formiggini con la guida della professoressa Caterina Pistolesi e della dirigente Rita Turrini, attraverso un progetto che ha al centro il tema dei fenomeni mafiosi nella nostra regione.
Nell’aula magna del liceo c’è stato l’incontro con Donato Ungaro alla presenza del circolo culturale L’incontro di Modena e di alcuni studenti di Giurisprudenza dell’università di Modena e Reggio.
Ungaro è un testimone di giustizia, ex agente della municipale e giornalista di Brescello che ha raccontato i fatti che hanno portato al maxi-processo Aemilia, il più grande processo di mafia del nord Italia. Brescello è stato il primo Comune sciolto per mafia ed è proprio da una piccola realtà come quella che si può capire cosa sta dietro alla cosca di Cutro.
«Una volta si pensava che fossero i ragazzi più disagiati, delle periferie ad essere reclutati dalla criminalità organizzata - ha spiegato Donato Ungaro agli studenti - ma sta cambiando totalmente, la modernità della criminalità impone di abbandonare i complessi storici per entrare in una realtà più adatta alla società in cui stiamo vivendo, ha bisogno dunque dei professionisti come ad esempio avvocati, commercialisti, i professionisti. La criminalità non ha più intenzione di combattere lo Stato ma diventa essa stessa stato: per far questo si appoggia a quelle attività economiche che consapevolmente o meno glielo permettono».
Proprio di quanto è avvenuto a Ungaro si è parlato all’incontro con gli studenti: i video girati dal giornalista mentre svolgeva il suo lavoro, le minacce subite, gli articoli scritti per fare capire che qualcosa a Brescello non andava e infine il licenziamento, che solo dopo 14 anni la Cassazione ha riconosciuto come illegittimo.
Gli studenti della terza liceo avevano partecipato in passato a una rappresentazione teatrale con al centro la vita del giornalista, raccontata con nomi di fantasia ma attraverso la rappresentazione dei fatti veritiera, riferita alla sua vita; ma non ancora messo in scena a Reggio.
Sempre gli studenti, inoltre, hanno discusso e approfondito il tema della mafia in Emilia Romagna e sono intenzionati a non fermarsi a questo primo traguardo.
«Credo sia importante per i ragazzi di oggi- afferma la professoressa Caterina Pistolesi, che ha coordinato l’intero progetto - conoscere la nostra terra, sia nel bene che nel male, perché un giorno quando questi giovani entreranno nel mondo del lavoro si possano accorgere quando c’è qualcosa che non va e cercare di fare quello che è giusto. Questo progetto di educazione civica ha fatto appassionare gli studenti e le studentesse in un modo impressionante e ringrazio tutti coloro che hanno creduto, a partire dai ragazzi stessi e dai loro genitori».