I volontari del Pettirosso: "Emergenza tra i ghiacci, animali da salvare"
Ai primi fiocchi di neve, la scorsa settimana i volontari del Pettirosso erano già in allerta, perché quando cade la neve vuol dire non solo soccorrere animali ma tenere pulite le strutture del...
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MODENA. Ai primi fiocchi di neve, la scorsa settimana i volontari del Pettirosso erano già in allerta, perché quando cade la neve vuol dire non solo soccorrere animali ma tenere pulite le strutture del centro, con particolare attenzione ai mille metri quadrati di antitraumatiche di voliere per riabilitazione, tanto delicate con le ali degli uccelli ma tanto fragili da spezzarsi sotto una pesante nevicata. «Se le nostre antitraumatiche sono state fortunate perché la neve che cadeva non si appoggiava sulle reti – commenta il responsabile del Pettirosso Piero Milani - altrettanto fortunati non sono stati invece gli animali. Nevicata su nevicata, la coltre ha raggiunto spessori tali che caprioli, istrici, tassi ecc. facevano fatica a muoversi e arrivavano esausti nella ricerca di un filo d’erba sotto la coltre. Per fortuna, è stata tanta la sensibilità della gente che ci ha telefonato preoccupata della situazione, e così non si faceva in tempo ad arrivare al centro a portare un animale appena soccorso che già un’altra chiamata arrivava».
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In questi casi, non c’è tempo da perdere e con strade proibitive i volontari, si sono recati ovunque ci fosse bisogno. I volontari del Pettirosso non si sono risparmiati neppure di notte, neppure se ammalati e così ancora una volta la gente ha potuto apprezzare il fatto che i cellulari del Pettirosso e il 112 hanno risposto puntualmente ad ogni chiamata. «Intanto la neve continua a cadere e si fatica a vedere dove inizia e finisce la strada, ma bisogna arrivare lì, dove una coppia di caprioli sotto ad un telo ci aspetta. Lungo il tragitto, purtroppo vediamo istrici, caprioli che non ce l’hanno fatta che scorgiamo dalle sole orecchie che spuntano dalla neve – racconta Milani - La neve è così candida ma allo stesso tempo inesorabile e spietata con chi la deve combattere da solo, contro questi effetti dovuti ad un cambiamento climatico oramai inesorabile, dove quello che una volta pensavamo un evento eccezionale è ormai un evento ordinario. E così i più deboli, gli animali del bosco, delle campagne, delle pianure ne fanno le spese facendo vergognare ancora una volta chi pensa che siano nocivi invece che un patrimonio di tutti da tutelare».
Al Pettirosso 6 istrici hanno trovato riparo, poi ci sono i cuccioli salvati che fanno capolino sotto la paglia asciutta quando gli si porta da mangiare, i caprioli attaccati ad una calda flebo danno i primi segni di ripresa così come il tasso che voracemente mangia senza dovere scavare la coltre di neve per arrivare ad una terra ancora più dura perché ghiacciata. «Anche questa volta il Pettirosso ce l’ha fatta, grazie a tutti quelli che ci hanno chiamato, a quei cacciatori che hanno vegliato gli animali sulla neve in attesa dei volontari lasciando per questa volta il fucile nell’armadietto, grazie a quegli agricoltori che ci hanno contattato per la capriola ferma nella neve, a quel signore che dopo giorni che ha dato da mangiare a un istrice sotto il suo portico ci ha chiamato preoccupato per un consiglio – conclude Milani - Ancora una volta tutti sono stati uniti da un’emergenza per aiutare chi diversamente non ce l’avrebbe fatta. Ora aspettiamo il disgelo per liberare tutti gli animali soccorsi e donargli una seconda possibilità che tutti vorremmo ma che non tutti abbiamo potuto avere». (l.s.)