Gazzetta di Modena

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Modena. Guida col cellulare in mano multa anche se non si parla

di Carlo Gregori
Modena. Guida col cellulare in mano multa anche se non si parla

Imprenditore sostiene che non stava telefonando ma il giudice civile lo condanna La sentenza: il pericolo non nasce dalla conversazione in corso ma dalla postura

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MODENA. Si sa che guidare tenendo il cellulare in mano premuto contro l’orecchio è vietato, anche se purtroppo è un’abitudine molto diffusa tra i guidatori italiani: se si viene scoperti, scatta una multa. Ma non serve a niente giustificarsi dicendo che il telefono era all’orecchio ma non era in corso alcuna telefonata nel momento in cui la polizia municipale ha constatato l’infrazione. Perché l’articolo del Codice della Strada serve proprio a sottolineare la guida pericolosa in quella postura.

Questo il senso della sentenza emessa dal giudice Antonella Rimondini del Tribunale Civile di Modena che ha esteso l’interpretazione della norma sul divieto di usare il cellulare mentre si guida al solo fatto di tenerlo, anche senza conversazioni, stretto in mano. Un’interpretazione che va al di là della constatazione che comunemente si dà secondo la quale non si può parlare e guidare allo stesso tempo. Il motivo è che a rendere pericolosa la guida, come ricorda il giudice nella sentenza, non è la concentrazione sui discorsi che rende distratti alla guida bensì, come detto, la postura della mano lontana dal volante.

La sentenza è arrivata su un ricorso in appello. Nel 2016 il Giudice di Pace di Modena aveva condannato il guidatore – un facoltoso e conosciuto imprenditore e manager di Venezia – scoperto alla guida della sua auto mentre percorreva le strade di un centro poco fuori Modena città.

Il verbale della polizia municipale di quel paese – ritenuto valido dai due giudici - è stato invece contestato dal manager che ne ha chiesto la nullità. La sua tesi era che non stava telefonando.

Davanti al Giudice di Pace, il manager veneziano non si era neppure presentato e la sua contumacia non gli aveva permesso di portare argomenti in sua difesa. Per questo l’udienza era terminata con una piena vittoria della municipale. Ha così dovuto fare ricorso al giudice civile sostenendo che il cellulare notato dalla polizia municipale ben stretto dalla mano contro l’orecchio sinistro, in quel momento non era utilizzato per conversare come sostenevano i vigili; quindi, a suo avviso la multa era infondata.

Il giudice civile ha però sostenuto che “tenere in mano il telefono cellulare appoggiandolo all’orecchio, pur non utilizzandolo per una conversazione, integra comunque la violazione dell’articolo 173 del Codice della Strada poiché determina l’impegno di una delle mani sull’apparecchio con temporanea indisponibilità e consequenziale ritardo, dai sistemi di guida”.

Per questo nella sentenza il veneziano viene condannato a pagare le spese processuali e ovviamente a pagare la multa. Che corrisponde a una sanzione di 160 euro.