Gazzetta di Modena

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Modena. La Procura: «Processate il prof. Federico e Big Pharma»

Carlo Gregori
Modena. La Procura: «Processate il prof. Federico e Big Pharma»

L’accusa è per sperimentazioni fatte passare per “no profit” e un milione e mezzo di euro tra versamenti e sponsorizzazioni

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MODENA. Un docente universitario di Oncologia. Cinque multinazionali farmaceutiche , undici sperimentazioni dichiarate “no profit” che invece sottobanco sarebbero state organizzate e finanziate. Tredici informatori e manager sotto accusa. Quasi un milione e mezzo di euro individuati dalla Procura tra i soldi girati su conti correnti di due onlus e di un’associazione molto conosciuta e stimata, l’Angela Serra. Due pm al lavoro con la supervisione del capo, il procuratore Lucia Musti. E, dopo 5 anni di indagini, la richiesta di quattordici rinvii a giudizio per corruzione.

A questi si aggiungono altri episodi che vedono indagato principale sempre il professor Massimo Federico, oncologo conosciuto: il caso di ostruzione ai controlli dei carabinieri dei Nas di Parma, nel novembre 2012: Federico impedì loro di acquisire documentazione da Oncologia; e poi l’accusa in concorso con un secondo professore di Medicina, Stefano Sacchi, per l’utilizzo di spazi del Policlinico, attrezzature e strumentazioni per la onlus Fil e l’Angela Serra; infine, il caso scottante del Registro Tumori con i suoi dati segreti a disposizione dell’Angela Serra, un’associazione, e che nonostante le richieste ufficiali di restituzione il professor Federico non riconsegnò al Policlinico, unico detentore dei dati dei malati che vi avevano aderito.

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È arrivata alle richieste di rinvio a giudizio l’indagine tenuta riservata per 5 anni e conclusa in aprile, condotta parallelamente a quella su Cardiologia sempre dai Nas di Parma e guidata dal pm Marco Niccolini con il collega Pasquale Mazzei e la supervisione del procuratore Lucia Musti.

Se le accuse finali (compresa quelle in concorso col professor Sacchi) riguardano abusi d’ufficio, peculato e interruzione di pubblico servizio, la prima parte dell’atto elenca lungamente e in dettaglio i casi di presunta corruzione tra il solo professor Federico - ordinario di Oncologia Medica nonché medico al Dipartimento di Oncologia del Policlinico - e i rappresentanti e manager di multinazionali farmaceutiche: Teca Italia, Takeda Italia, Mundipharma, Celgene, Roche (e a margine, anche se non è identificato chi, Eli Lily). Lo schema accertato in tutti questi casi è sempre lo stesso. Secondo i due sostituti procuratori (Niccolini è lo stesso che da solo ha indagato per Cardiologia e le presunte mazzette per gli appalti ai tempi del Dg Stefano Cencetti), dal 2010 al 2014 le cinque Big Pharma “ottenevano” dal prof. Federico garanzie per lo svolgimento di undici sperimentazioni presentate al Comitato Etico del Policlinico come “no profit” e autorizzate, condotte su specifici farmaci che, secondo l’accusa, si cercava di far riconoscere come convenienti (anche per la spesa sanitaria). Per ciascuno di questi casi sono stati identificati i soldi corrispettivi di corruzione consegnati sia sotto forma di sponsorizzazioni a convegni e meeting sia attraverso versamenti sui conti correnti delle onlus Fil e Gisl, sia dell’associazione Angela Serra della quale Federico, come noto, era figura di riferimento.

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I farmaci interessati alle indagini - condotte, come detto, sotto totale segreto d’indagine per tutti questi anni - ora sono noti: Adcetris della Takeda Italia, Bendamustina e Folotyn di Mundipharma, Lenalidomide e Romidepsina della Celgene. Ovviamente, queste accuse non lasciano affatto intendere che siano farmaci di bassa qualità, scadenti o inadatti. Anzi... Il punto in questione è un altro: secondo le indagini della Procura, Federico faceva ottenere, con il suo carisma personale e professionale, un elemento in più a garanzia della loro bontà, sia attraverso le sperimentazioni che attraverso la promozione nel corso di convegni medici. Secondo i pm, insomma, le sperimentazioni concordate erano tutt’altro che “no profit”, erano anzi volte al profitto. Un flusso di denaro convogliato sulle due onlus e sull’associazione Angela Serra, ma sempre riconducibili, per i pm, al professor Federico. —