Modena. Caso Oncologia. Il prof Federico si difende: «Chi mi conosce saprà distinguere tra accuse e prove»
Il professore pronto a chiarire i rapporti con le multinazionali e tutti gli aspetti degli undici studi dichiarati “no profit”
MODENA. Respinge le accuse ma attende di conoscere le prove raccolte dalla Procura. Annuncia che domattina proprio al Com dirà la sua verità sui presunti casi di corruzione. Si difende con la sua consueta grinta, il professor Massimo Federico, il docente di oncologia alla facoltà di Medicina di Modena, accusato di gravi casi di accordi illegali sottobanco con cinque multinazionali farmaceutiche per sperimentazioni di farmaci tumorali che erano state dichiarate “no profit”. E per questi casi ora la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, in aggiunta ad altri casi per peculato e abuso d’ufficio.
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Il professor Federico ha appreso la notizia in Spagna, dove ha tenuto una conferenza magistrale, e ha mandato una nota per precisare alcuni punti a sua difesa che illustrerà meglio domani mattina. Si legge nel suo breve comunicato: «Sono fiducioso che le tantissime persone che hanno toccato con mano la mia determinazione ed abnegazione nel portare avanti - fra mille difficoltà (logistiche, finanziarie, burocratiche e legislative) – una delicata e difficile attività di ricerca per contribuire a sconfiggere uno dei maggiori e peggiori mali del secolo (che è la sola ed unica ragione per cui ho dato un contributo convinto prima alla realizzazione prima e successivamente allo sviluppo del Centro Oncologico Modenese), sapranno distinguere tra le ipotesi
accusatorie, legittime se formulate dall’autorità giudiziaria, e le prove che al momento sono ignote anche a me». Per ora nulla viene detto sull’oggetto delle accuse avanzate dai pm Marco Niccolini e Pasquale Mazzei, supervisionati dal procuratore Lucia Musti, sul periodo 2010-14. In particolare, Federico non si è ancora espresso sulle undici sperimentazioni al Policlinico finite sotto la lente della Procura. Sperimentazioni che aveva presentato al Comitato etico del Policlinico come “no profit” (senza alcun guadagno) e che invece, secondo l’accusa, comportavano lauti finanziamenti sottobanco sia alla onlus Fil che alla associazione Angela Serra della quale era fondatore.
Per quanto riguarda le somme identificate dai Nas di Parma, si parla di un milione e mezzo di euro. Nella sua nota non accenna neppure alle altre accuse. In realtà, su una aveva già chiarito lui stesso all’indomani del fatto, nel novembre 2012: durante le perquisizioni dei Nas, Federico ebbe un alterco e secondo i militari dell’Arma impedì di accedere a materiale di indagine; per questo è stato chiesto il suo rinvio a giudizio per interruzione di pubblico servizio. Poi c’è la questione del Registro Tumori.
Affidato a lui dal Policlinico in quanto docente e medico oncologo del dipartimento, Federico lo consegnò all’Angela Serra. Fatto gravissimo secondo il Policlinico, perché rendeva noti a un’associazione non autorizzata i dati segreti di pazienti affetti da tumori che avevano aderito all’iniziativa. Nonostante un ordine specifico, Federico si rifiutò di riconsegnare il registro e per questo oggi è accusato di peculato. Infine è accusato, in concorso con il professor Stefano Sacchi, medico del dipartimento di Oncologia, di aver dato in uso stanze del Com agli operatori dell’Angela Serra permettendo che, senza alcun contratto, venissero usati computer e e telefoni. Per questi fatti, durati 5 anni, sono accusati di peculato e abuso d’ufficio.
Ieri il Policlinico ha reso noto che Federico, come medico, ha cessato le funzioni assistenziali dal 1 settembre 2016. —
