Gazzetta di Modena

Modena

Il mondo dell’architettura: «Completate il cimitero Rossi di Modena»

Stefano Luppi
Il mondo dell’architettura: «Completate il cimitero Rossi di Modena»

L’articolo di una rivista specializzata mostra come sarebbe nella sua interezza Si riapre il dibattito su una delle grandi opere incompiute della nostra città

2 MINUTI DI LETTURA





Perché non completare il cimitero di San Cataldo nella parte moderna ideata da Aldo Rossi e Gianni Braghieri?

La proposta arriva dalla storica rivista di architettura “Casabella” che nel numero in edicola affida allo storico Francesco Dal Co la descrizione di una esercitazione su San Cataldo appena eseguita dalla Pontificia Università cattolica del Perù.

[[atex:gelocal:gazzetta-di-modena:site:1.17399568:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadimodena.it/image/contentid/policy:1.17399568:1650053627/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

L’opera di Rossi e Braghieri - il famoso “cubo” dietro i due muri dal tetto azzurro reso immortale dalle foto di Luigi Ghirri e studiato negli atenei di tutto il mondo - è conosciuta da tutti, ma forse non tutti sanno che si tratta di una opera incompleta. Un vero peccato, tanto gli studenti universitari della facoltà di architettura peruviana hanno realizzato un rendering preciso, sulla base dei molti disegni superstiti di questa magnifica opera del 1972-1978, di come sarebbe una volta completato secondo i voleri di Rossi e Braghieri.

Il fotomontaggio pubblicato da Casabella è stato realizzato dalla studentessa Claudia Borja sovrapponendola a una foto aerea di Stefano Topuntoli: come si vede dietro al cubo - il celebre “ossario” in calcestruzzo rosso denominato “casa dei morti” - reso così universale da Ghirri verrebbero realizzate le parti mancanti secondo il progetto di quarant’anni fa. All’edificio di forma cubica, molto simile al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma, dovrebbero ancora essere aggiunti un cono in cemento alto 25 metri, ossia un edificio ispirato al pantheon e dedicato alle cerimonie funebri. Manca anche la “spina centrale” di congiunzione tra queste due strutture geometriche: Rossi e Braghieri l’avevano immaginata come una serie di 14 parallelepipedi larghi due metri e lunghezza e altezza proporzionali. Il senso del progetto è spiegato su Casabella dall’ex direttore Dal Co: «Le costruzioni hanno i piedi piantati nella realtà, come potrebbe averli il cimitero di Modena se si decidesse di costruirlo. Prosaicamente si potrebbe iniziare dedicando a quanto è stato fino a ora realizzato cure e lavori di manutenzione assidui. E da qui partire perché non è affatto trascorsa la possibilità di vedere il cimitero completato in tutte le sue parti. Così accadesse, si potrebbero osservare insieme tutte le figure che Rossi e Braghieri hanno disegnato immaginandole protette da un vasto, unico recinto che per svolgere la funzione essenziale al quale era destinato, come la ricostruzione dimostra, necessita di essere conchiuso. Soltanto questa cornice potrebbe riscattare le figure che dovrebbe accogliere dalla loro attuale condizione di lacerti, di feticci come Ghirri li ha pietosamente ritratti».Quando si parla di riqualificazione dell’esistente a Modena, dunque, forse varrebbe la pena di comprendere anche questa autentica opera d’arte architettonica di zona Madonnina. —

Stefano Luppi

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI