Modena. «Mamma non fare il ragù o ti accoltello», condannata la figlia vegana
Per le minacce alla madre quando cucinava il tradizionale condimento modenese la 48enne animalista dovrà risarcirla con 400 euro e pagherà una multa “salata”
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MODENA. La madre potrà continuare a girare il suo ragù in cottura a fuoco lento, secondo la tradizionale ricetta modenese. La figlia vegana che minacciava di accotellarla è stata condannata a pagarle 400 euro di multa e dovrà anche versare 500 euro di ammenda. Lo ha deciso il giudice di pace Nadia Trifilò al termine di una delle più singolari cause tenute al Tribunale di Modena (della quale avevamo già dato notizia alla prima udienza): una modenese di 48 anni animalista che non mangia carne da anni accusata dalla stessa madre, tipica rezdora appassionata delle nostre ricette tradizionali. Tra le quali il ragù, oggetto dello scandalo. Ragù all’emiliana, si intende. In particolare, alla modenese. Da cuocersi per lungo tempo a fiamma bassissima, girandolo lentamente. Come faceva la pensionata 69enne.
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Ogni volta che cucina piatti con la carne aleggiava il suo aroma per la sua casa, un piccolo appartamento in città. Profumo per i cultori del ragù. Puzza per la figlia esasperata, una donna rimasta disoccupata tornata ad abitare nella casa di famiglia in cerca di una nuova sistemazione. Da qualche anno la donna aveva infatti abbracciato con estrema convinzione la dottrina vegana e cercava di evitare ogni contatto sensoriale con tutto ciò che fosse carne, compreso l’olfatto.
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Peccato che lo facesse con toni troppo minacciosi strapazzando la mamma. Ma non era solo un tipico scontro tra un vegano intransigente e una carnivora che se ne infischia. Purtroppo erano divise da un’insanabile divisione culturale cresciuta fino ad avvelenare gli animi e a finire davanti al giudice. La denuncia, presentata dalla pensionata nel marzo del 2016, arrivava al termine di una lunga, quotidiana e stremante contesa tra carne sì e carne no durata per mesi e mesi, condita con offese, improperi, urla e minacce tra le due.
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Ogni volta che l’anziana metteva sul fornello il ragù, ecco che in cucina compariva la figlia e in poco tempo attaccava con il suo repertorio di minacce per farle spegnere il fornello. Finché quel giorno di due anni fa, mentre girava il macinato nella salsa per fargli prendere colore, la figlia ha inveito arrivando alla frase terribile: «Adesso ci penso io a farti smettere! - ha gridato, come si legge nella denuncia - se non la pianti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia!» Non era più semplice esasperazione, come indica la sentenza è di condanna per la figlia vegana. —