Gazzetta di Modena

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Castelfranco commemora monsignor Tarozzi a cento anni dalla morte

Maria Vittoria Melchioni
Castelfranco commemora monsignor Tarozzi a cento anni dalla morte

Domani verrà celebrata una messa nella chiesa di San Giacomo Fu tra i più illustri cittadini del paese e segretario di Papa Leone XIII 

16 dicembre 2018
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la ricorrenza

Maria Vittoria Melchioni

castelfranco. A cent’anni dalla morte di Monsignor Vincenzo Tarozzi, la comunità parrocchiale di Castelfranco ricorda il Segretario per le lettere latine di papa Leone XIII con una messa domani alle 19, presieduta da Monsignor Vincenzo Zarri nella chiesa di San Giacomo. Tarozzi è uno dei più illustri cittadini di Castelfranco, latinista insigne, fu ammirato e celebrato dagli studiosi del tempo, ecclesiastici e non. Uomo di grandissima cultura che andava di pari passo con la grandissima umiltà che lo distingueva, tant’è che nel suo ultimo scritto prima di morire si firmò come “il sacerdote Vincenzo Tarozzi” in un periodo storico in cui frequentava gli apici della gerarchia ecclesiale in un contesto politico e culturale molto delicato e importante. Nato a Castelfranco l’11 giugno 1849 da Paolo (maestro elementare) e Marcella (casalinga), venne battezzato nella chiesa di San Giacomo con il nome di Vincenzo, Antonio, Giovanni, Maria in onore di San Vincenzo de' Paoli, venerato particolarmente dalla famiglia Tarozzi e anche perchè Vincenzo era il nome del nonno paterno. Passò tutta l'infanzia a Castelfranco dove frequentò le scuole elementari con profitto, conseguendo sempre il primo premio con medaglia d’argento (i diplomi sono conservati nell’archivio del seminario da lui frequentato, mentre le medaglie d’argento sono state donate al Santuario della Beata Vergine di San Luca a Bologna) e inizia a studiare il latino, entra in seminario il 17 ottobre 1861. Rimane a Bologna fino all’ottobre del 1885. Svolse le mansioni di prefetto, professore di liturgia e antichità cristiane, di greco in rettoria e in liceo, di sacra eloquenza. Venne nominato rettore del seminario dei Santi Apostoli nel 1883 e nel 1885 canonico onorario del capitolo metropolitano di San Pietro a Bologna. Poi il trasferimento a Roma, dove passò 17 anni in Vaticano, dal 1886 al 1902 al servizio di papa Leone XIII autore dell’enciclica “Rerum Novarum” con la quale la Chiesa cattolica si preparò ad affrontare le sfide della modernità e che valse al pontefice il soprannome di “Papa dei lavoratori”. Leone XIII per la stesura del testo si avvalse della grande cultura e sensibilità di monsignor Tarozzi, che ricorda quei giorni nei suoi diari. La famiglia Tarozzi è ancora presente a Castelfranco con i discendenti dei fratelli dell’ecclesiastico e le famiglie a lui correlate Zoccoli, Gaule, Bergamini e Borsarini. Per monsignor Tarozzi è stata aperta una causa di beatificazione. —