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Spettatore seriale

Wasted alle Passioni, un buon motivo per andare a teatro

Andrea Marcheselli
Wasted alle Passioni, un buon motivo per andare a teatro

Lo spettacolo di Giorgina Pi, in scena al Teatro delle Passioni fino domenica 22 dicembre, realizzato sulla traduzione operata da Riccardo Duranti su di un testo di Kate Tempest.

21 dicembre 2019
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MODENA. Irresolutezza, convenzioni sociali, mancanza di talento, sfortuna: cos’è che può impedire di veder realizzati i propri sogni giovanili, che finisce per frustrare le aspettative di chi è stato capace di concepire per sé stessi, per la propria generazione, un futuro più meno radioso? È davvero impossibile un riscatto sociale, il superamento dei limiti imposti dalla provenienza da una situazione svantaggiata? Sono quesiti che viene da porsi uscendo da “Wasted”, lo spettacolo di Giorgina Pi, in scena al Teatro delle Passioni fino domenica 22 dicembre, realizzato sulla traduzione operata da Riccardo Duranti su di un testo di Kate Tempest.

“Sprecati”, dunque, dice il titolo, sebbene poi lungo lo spettacolo emergano ben altre considerazioni: sono vite sprecate quelle di chi non è riuscito ad essere pienamente quello che avrebbe voluto o anche solo sperato, o piuttosto è la vita stessa che impone sbarramenti e ti costringe a fare i conti con una realtà dalla quale non ci si può sottrarre? Qual è il principio che stabilisce se la tua vita sia stata un fallimento o semplicemente il tentativo, più o meno disperato, di sopravvivere a un destino ineluttabile? In tre si trovano, dopo dieci anni, a celebrare il ricordo dell’amico comune morto.

Erano un gruppo rock, in origine, velleitario, probabilmente, e la vita ha sbattuto loro in faccia l’impossibilità di concretizzare le proprie aspettative. La loro esistenza rivive tra la nostalgia di un ricordo e l’amarezza dei bilanci, di cosa si è poi diventati. Una lunga nottata passata a cercare di rinverdire emozioni trascorse termina con la riprova di non essere all’altezza delle proprie mire originarie, quasi invidiando l’amico scomparso perché almeno lui non ha avuto il tempo di conoscere la disillusione.

Tuttavia, viene pure da chiedersi se davvero sia sprecata una vita che, anche senza trovarla, ha cercato una via alternativa a quella che il destino parrebbe averle predeterminato. Sylvia De Fanti, Xhulio Petushi, Gabriele Portoghese sono molto bravi a far rivivere questi tre personaggi che paiono uscire da un fumettone alternativo sulle vite scoppiate cresciute in una indistinguibile metropoli contemporanea.

Le loro storie vibrano di un’intensità che in buona misura le riscatta dalla mediocrità, quasi loro malgrado. In definitiva, il vero spreco non è tanto non riuscire a sfruttare al massimo i propri talenti, quanto piuttosto rinunciare a vivere per inseguire chimere, che è quello che probabilmente sta facendo uno di loro ma l’idea è quella che rimane sempre la possibilità di mettersi in condizione di potere, finalmente, cominciare ad accettarsi, a riconoscere la realtà delle cose, a compiere il primo passo di una vita aggrappata alla realtà, magari in condivisione con chi potrebbe avere altrettanto bisogno di te.

È uno spettacolo duro, questo “Wasted”, ma soprattutto è uno spettacolo dal quale esci, necessariamente, ripensando a tante cose. Realizzato con grande perizia scenica, è perfettamente in linea con l’idea della necessità della condivisione delle esperienze alla base dell’esperienza di Bluemotion, la realtà artistica scaturita dall’esperienza artistica dello spazio Angelo Mai di Roma, entro cui “Wasted” è stato concepito. Un altro bel appuntamento di questa stagione teatrale proposta da Ert che di sicuro non pecca di futilità.