Modena, rivolta al Sant'Anna Carcere devastato: tre detenuti trovati morti
La protesta ha richiesto l'intervento della Polizia penitenziaria e di altri reparti delle forze dell'ordine
MODENA. Sono tre i detenuti deceduti nel carcere di Modena: lo si apprende da fonti dell'amministrazione penitenziaria, secondo cui allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi. Due decessi, infatti, sarebbero riconducibili all'uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, di cui sono si conoscono le cause. Le tre morti non sarebbero direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e sono tuttora in corso. Anche per quanto riguarda le cause dei decessi, le verifiche sono in fase preliminare ed avrebbero evidenziato che uno dei tre è morto per abuso di sostanze oppioidi, l'altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato
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I FATTI
Si sono barricati dentro il carcere di Modena i detenuti che, dal primo pomeriggio, hanno fatto scoppiare una rivolta nel penitenziario per una protesta sulla prevenzione del Coronavirus. Il personale del carcere, una ventina di persone, fra poliziotti e sanitari, sono tutti usciti. Nelle fasi più concitate due agenti sono rimasti lievemente feriti. Davanti al carcere ci sono le forze di polizia schierate. Alcuni detenuti sono barricati dietro la portineria. Sul posto anche il prefetto di Modena Pierluigi Faloni. Non risultano evasioni.
Al termine da Modena sono stati trasferiti 70/80 detenuti in altre carceri, ovvero quelli che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere. Gli altri sono ancora barricati dentro. Lo riferiscono i responsabili del sindacato Sappe, dopo la rivolta scoppiata nel pomeriggio per l'emergenza Coronavirus. «Si sta valutando - dice il segretario del sindacato Giovanni Battista Durante - come e quando intervenire per ripristinare la legalità, all'interno di un carcere che, da quanto ci viene riferito, è ormai completamente distrutto. Sembra sia stato addirittura incendiato anche l'ufficio matricola, dove sono custoditi i fascicoli dei detenuti».
La rivolta è iniziata alle 13 di oggi, domenica 8 marzo, La protesta dei detenuti ha richiesto l'intervento della Polizia penitenziaria e di diversi reparti delle altre forze dell'ordine. All'origine della rivolta le restrizioni per la prevenzione al Coronavirus, con eliminazione dei colloqui.
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Sono stati avvertiti anche alcuni colpi di arma da fuoco, sparati in aria dalle forze dell'ordine per intimare ai detenuti di rientrare.
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La rivolta ha richiesto anche l'intervento dei vigili del fuoco.
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Sulla protesta al Sant'Anna interviene anche il segretario della Lega Matteo Salvini: "Tensioni in varie carceri italiane, con rivolte e danni alle strutture. L’emergenza Coronavirus non dev’essere la scusa per spalancare le porte delle case circondariali. Solidarietà alla Polizia Penitenziaria e a tutte le Forze dell’Ordine: Bonafede troverà il tempo di occuparsi anche di loro?".
E la Funzione Pubblica di Cgil, tramite Fabio De Santis afferma che "la governance del sistema penitenziario del nostro paese oggi presenta tutti i suoi limiti. Ogni giorno si registrano aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari e con l’arrivo del covid 19 sono iniziate anche le rivolte dei detenuti. Ieri una rivolta al carcere di Salerno, oggi sono i detenuti della casa circondariale di Modena che hanno messo a ferro e fuoco la struttura.
Da tempo il sindacato Fp Cgil denuncia lo stato di abbandono e la lontananza del dipartimento dell' amministrazione penitenziaria dagli istituti penitenziari e tutte le figure professionali che ci lavorano. Siamo molto preoccupati della deriva in cui sta andando a finire il sistema penitenziario italiano. La fp Cgil esprime piena solidarietà a tutti i poliziotti e alle altre forze dell'ordine che stanno lavorando all' interno del carcere S’Anna di Modena. Chiediamo al governo e alle forze politiche di prendersi carico dell' attuale difficile situazione in cui versano le carceri italiane affinché s intervenga per una riforma del sistema penitenziario ormai non più rinviabile".
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