Gazzetta di Modena

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Festival filosofia 2020

Modena,«Il respiro dell’orologio», nella torre del Comune un viaggio nei segreti del genio di Gavioli

Stefano Luppi
Modena,«Il respiro dell’orologio», nella torre del Comune un viaggio nei segreti del genio di Gavioli

La “macchina” del 1868 creata dall’orologiaio modenese verrà mostrata ai visitatori durante il prossimo Festivalfilosofia  

13 settembre 2020
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MODENA. C’è una macchina, pressoché invisibile perché posta all’interno della torre dell’orologio di Palazzo comunale in piazza Grande , che racconta la storia straordinaria di Lodovico Gavioli.

Il nome non dirà molto, ma questo costruttore di orologi, carillon e organi, nato a Cavezzo nel 1807 e morto a Modena nel 1875, era in vita famoso a Parigi e nel resto d’Europa.

Con una bottega in città - collocata davanti alla Ghirlandina - e una azienda a Parigi costruiva macchine musicali: i classici motivetti da fiera, così note ancora oggi, quasi sicuramente arrivavano dalla impresa modenese Gavioli (tre generazioni, attive fino alla Grande Guerra). Una storia, dunque , che merita di essere raccontata e forse meriterà appuntamenti futuri. Per ora i Musei civici organizzano nei giorni del festivalfilosofia alcune visite guidate appunto nei segreti dell’orologio di piazza Grande. «Abbiamo ideato questi appuntamenti nell’ambito dell’Unesco - spiega Francesca Piccinini, direttore dei Musei civici e del sito romanico - per fare conoscere questo personaggio e per lanciare una anteprima delle giornate Unesco che quest’anno abbiamo programmato il 3 e l’11 ottobre». Ma è una visita dentro questo meccanismo, raggiungibile percorrendo i meandri del palazzo municipale, ha stupire e far venire voglia di sapere di più della dinastia di organisti e soprattutto di Ludovico.

Lo storico dell’arte Stefano Bulgarelli accompagna la Gazzetta di Modena in questa visita in anteprima. «Sente questo rumore? - dice Bulgarelli riferendosi al movimento della macchina nella torretta dell’orologio - Si tratta del respiro della macchina creata da Gavioli, ma macchina strepitosa che venne posizionata qui nel 1868 dopo che l’anno precedente il consiglio comunale disse sì alla creazione di questa “macchina cronometrica”che fino ad alcuni decenni fa permetteva anche il funzionamento dell’altro orologio del Municipio, collocato in piazzetta delle Ova».

Questa creazione dell’artigiano modenese sorprende per la complessità: centinaia di viti, ruote, ingranaggi che dopo centocinquant’anni funzionano ancora e suonano perfettamente come una orchestra ben allenata. Ovviamente la manutenzione e il caricamento di questo orologio meccanico è pressoché quotidiana e viene eseguita da un noto orologiaio del centro storico che ogni giorni tramite una leva carica la macchina oggi custodita all’interno di una teca.

Ma Bulgarelli sorprende anche con altre informazioni: «Nel 1343 il Duomo aveva già un orologio meccanico e probabilmente anche il palazzo comunale. E’ poi noto che nel ’500 qui ce n’era uno di Bartolomeo Bonascia, di cui abbiamo alcuni frammenti al Museo civico. Poi arriviamo all’orologio attuale di Gavioli che, non scordiamolo, dai contemporanei era definito “genio meccanico”».

Che fosse geniale lo dice un altro particolare: «Purtroppo non lo abbiamo più - continua l’esperto - ma abbiamo notizia dai documenti che Gavioli realizzò anche un vero e proprio automa per i duchi d’Este: era una figura seduta che, azionata, alzava gli occhi al cielo e iniziava a suonare una piccola arpa».

Un mondo perduto - anche se all’estero esistono alcuni organi di Gavioli mentre l’unico in Italia è a Cesena - di cui si conservano ancora orologi. Un altro, purtroppo smontato, è al Foro Boario.