Modena. Se lo scrittore è il professore di matematica
Mauro Ignazio Alò è un “wiliglmino di ferro”. Ha studiato al liceo scientifico di viale Corassori, dove adesso insegna matematica e fisica. Un percorso lineare, ma per nulla noioso. Alò ha infatti mescolato fantasia e talento per creare “La notte dell’equinozio”, il proprio romanzo d’esordio. I personaggi si muovono nel testo (Alter Ego Edizioni) tra la Liguria e Torino, in cui il docente con la passione per la scrittura ha origini da parte materna.
MODENA «Prof, di cosa parla il suo romanzo? Posso diventare scrittore anch’io?». Mauro Ignazio Alò è un “wiliglmino di ferro”. Ha studiato al liceo scientifico di viale Corassori, dove adesso insegna matematica e fisica. Un percorso lineare, ma per nulla noioso. Alò ha infatti mescolato fantasia e talento per creare “La notte dell’equinozio”, il proprio romanzo d’esordio. I personaggi si muovono nel testo (Alter Ego Edizioni) tra la Liguria e Torino, in cui il docente con la passione per la scrittura ha origini da parte materna.
«Da ragazzino andavo a trovare i parenti - ricorda Alò - eravamo molto legati. È una città che mi piace molto, sempre elegante e un po’ magica». Tanti i punti in comune che il professore rintraccia tra la Mole e Ghirlandina. «Torino era capitale del Regno d’Italia - ripercorre Alò - così come Modena è stata capitale del Ducato Estense. Un altro tratto in comune è l’eleganza nello stile. Nel romanzo si parla molto di un’azienda farmaceutica e ne abbiamo molte che lavorano nel settore sanitario: fa parte della cultura evoluta nella Pianura Padana».
Nel romanzo, l’azienda farmaceutica rientra tra i luoghi indagati. I personaggi con la lente sono tre: l’investigatrice privata Lara Ferri, il commissario di polizia Riccardo Nardi e il giornalista Greg Lucas. «Non mi rispecchio in nessun personaggio in particolare spiega il docente - ma in ognuno ritrovo una parte di me o di persone che conosco. Il giornalista mi affascina ed è forse il personaggio in cui mi riscopro di più». Giornalisti investigatori diventano gli studenti. Il docente non vorrebbe parlare del libro in classe. «Gli studenti devono sentirsi liberi», la linea dettata dallo scrittore. Eppure, le domande sono arrivate e continuano ad arrivare. «Prima o poi gli studenti mi faranno un’intervista - assicura sorridendo Alò - In una classe mi hanno chiesto se potessi presentare il libro. Poi alla fine c’è stato il discorso della didattica a distanza e non s’è fatto più nulla». Alla domanda degli studenti se sia possibile diventare scrittori la risposta è incoraggiante. «Perché no? - sprona il docente - Anch’io all’età degli studenti amavo la matematica e mi piaceva scrivere. La logica rientra nell’evoluzione della trama. Ho sempre avuto una seria passione per la scrittura. Ho già altri due libri su cui sto lavorando».
Se il protagonista del romanzo (Elia Greco) appare tormentato da un passato misterioso, lo scrittore non mostra di aver dimenticato i propri trascorsi. «Le pagelle scolastiche erano buone - ricorda Alò - Ho studiato al Wiligelmo, dove adesso insegno. Non l’avrei mai immaginato: è il frutto della casualità della vita. Prima d’insegnare ho lavorato in un'industria come ricercatore. Quando ho iniziato a insegnare mi sono concesso un po’ di libera professione. Il tempo da dedicare all’insegnamento non è poco». Per la scrittura restano i momenti liberi durante la settimana e le domeniche. Senza dimenticare il ruolo da “prof” che ancora lo affascina. «L’insegnante è uno dei lavori più belli del mondo - garantisce Alò - perché si lavora con la mente degli studenti e si resta in contatto costante con i giovani. Non significa mantenersi giovane, ma rimanere legati all’evoluzione nella società. Gli aspetti che apprezzo di più sono proprio questi: lavorare con la mente degli studenti e rimanere sempre aggiornato sull’evoluzione di chi ci circonda».
Parlando di studenti, Alò riconosce tre qualità fondamentali. Sono le stesse con cui ha affrontato gli studi in prima persona. «Per essere un buono studente occorre il senso del dovere - ribatte Alò - Ricordo di avere scelto di andare in una scuola, aver studiato determinate materie e averci messo il mio impegno. Le altre doti che un buono studente deve avere sono la curiosità e la partecipazione». La stessa curiosità che ha mosso un docente di matematica e fisica a concepire, scrivere e pubblicare un romanzo. La stessa qualità che accompagna gli studenti nelle domande poste al docente e talvolta nella lettura dello stesso libro. «Può essere utile per conoscere meglio come ragiona un insegnante - suggerisce Alò - È evidente che nei personaggi c’è una parte della persona che scrive. Gli studenti che hanno letto il romanzo mi hanno poi fatto i complimenti». —
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