Gratis a teatro con la Gazzetta di Modena: 30 biglietti per F. Perdere le cose del 31 luglio
A partire dalla mezzanotte del 29 luglio si potrà prenotare uno dei 15 inviti validi per due persone per lo spettacolo in programma il 31 luglio alle 21 al Parco Ducale di Modena
MODENA Metti una sera d'Estate al Parco Ducale per uno spettacolo teatrale. E' l'occasione messa a disposizione dei lettori della Gazzetta di Modena iscritti alla comunità NOI GAZZETTA grazie alla preziosa collaborazione di Emilia Romagna Teatro
Per lo spettacolo "F. Perdere le cose" in programma al Parco Ducale sabato 31 luglio alle ore 21.00 nell’ambito della rassegna I Giardini d’estate, mettiamo a disposizione dei lettori 15 INVITI OMAGGIO VALIDI PER 2 PERSONE per un totale di 30 biglietti omaggio. Prenotare uno dei 15 inviti validi per due persone è molto semplice: basta essere iscritti alla comunità NOI GAZZETTA (ISCRIZIONE GRATUITA) poi entrare nella sezone eventi del nostro sito e selezionare lo spettacolo F. PERDERE LE COSE. cliccare sul pulsante OTTIENI I BIGLIETTI E riceverete via mail un coupon,
QUESTO COUPON per essere convertito in titolo d’ingresso andrà inviato via mail alla biglietteria al seguente indirizzo: biglietteria@emiliaromagnateatro.com che provvederà ad inviarvi il biglietto da presentare all'ingresso
LO SPETTACOLO
Nata nel 2015 a Bologna, Kepler-452 si è contraddistinta fin dall’inizio per la sua ricerca artistica che ha portato il gruppo fuori dai teatri, nelle strade e nelle periferie per osservare la realtà attraverso la lente della scena. A Modena la compagnia ha allestito la scorsa estate ai Giardini Ducali Capitalismo magico e per ERT Fondazione anche Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso spettacolo vincitore nel 2018 del Premio Rete Critica.
Se nel Giardino la perdita riguardava un luogo fisico, in F. Perdere le cose lo smarrimento si fa più ampio, pervasivo. Il fulcro del lavoro di Kepler-452 è, da sempre, il rapporto con la realtà e con i cosiddetti “attori-mondo”, non professionisti del teatro coinvolti sulla scena non in virtù delle loro abilità teatrali, ma in quanto portatori di un universo, di una storia.
F., è un protagonista che non può stare sul palco, non può nemmeno essere nominato per intero, ma indicato da una sola iniziale: F., appunto.
F. è una storia che nasce da un incontro avvenuto ai margini del tessuto urbano, là dove tende a sfrangiarsi e a farsi rarefatto, in un dormitorio per senzatetto con problemi sanitari. Un incontro, quello con F., affascinante, perturbante, difficilmente raccontabile. Proprio intorno a queste difficoltà si dipana lo sforzo di Nicola Borghesi che cerca, in scena, di ricostruire quello che è accaduto nel corso di due mesi d’inverno trascorsi insieme a F., relazionandosi con un assente, ragionando ad alta voce insieme agli spettatori. F. è anche una collezione di dispositivi per evocare un protagonista mancato per un motivo ridicolo: lo smarrimento dei documenti, che può diventare, oggi, simile alla perdita della propria identità.
Kepler-452 si muove tra le leggi dello Stato cercando di misurarne gli effetti sulla vita degli esseri umani, sospesi ancora una volta tra illuminismo e magia.
Il testo dello spettacolo F. Perdere le cose è pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella Editore.
Note di regia di Kepler-452
F. non può entrare in scena con noi, ma è il protagonista dello spettacolo, il centro del dramma. F. lo abbiamo conosciuto un giorno che ci ha avvicinato e ci ha detto: io sono io. Da quel giorno abbiamo cominciato a provare insieme uno spettacolo che parlasse di lui, della sua storia, di chi è, del perché lui è lui. Insieme abbiamo ricordato, siamo incappati in buchi neri, pezzi rimossi, strappati, aperture vertiginose sull’abisso. Da quel giorno i confini dello spazio teatrale non sono stati più gli stessi.
Ci sono delle leggi per le quali F. è tenuto lontano dal palcoscenico e noi non possiamo farci niente. Tutto ciò che possiamo fare è trascorrere del tempo con lui, ascoltare, costruire, lasciarci andare all’incontro e tentare poi di raccontare che cosa significhi per noi la sua assenza. Proprio perché non è da nessuna parte F. è ovunque. Siamo quindi di fronte ad un’assenza enormemente ingombrante, che non potevamo non portare in scena.
Abbiamo quindi cominciato a domandarci: come si porta in scena un assente? Perché F. ci è tenuto lontano? Cosa dobbiamo temere da lui? È pericoloso? Come può entrare in scena senza salire sul palco? Che cosa, di lui, ci riguarda?
F. è uno spettacolo che parla della ostinata volontà di incontrare qualcuno che è difficilissimo incontrare, di un enorme smarrimento, del confine tra palco e platea, tra ciò che è legale e ciò che non lo è.
F. è la domanda difficilissima: cosa è giusto fare in questo momento?
F. è soprattutto F.