Gazzetta di Modena

Modena

il riconoscimento 

Due Sorbara di Chiarli incoronati tra i vini eccellenti

Gianluca Pedrazzi

2 MINUTI DI LETTURA





Gianluca Pedrazzi

Com’era la storia che il lambrusco era un vino solo commerciale? Non di qualità? Negli anni la storia è cambiata e si è ribaltata e il rosso che nasce tra i filari della nostra terra è diventato un’eccellenza brindando a continui riconoscimenti. L’ultimo è firmato dalla storica Cantina Cleto Chiarli con due Sorbara incoronati tra i vini italiani eccellenti. Vinibuoni d’Italia 2022. la guida del Touring Club Italiano, ha assegnato la corona, il massimo riconoscimento a due Lambrusco di Sorbara in purezza prodotti nella Tenuta Sozzigalli della dinasty Chiarli. I due vini sono il Lambrusco di Sorbara Doc Lambrusco del Fondatore 2020 e il Lambrusco di Sorbara Doc Vecchia Modena Oremium Mention Honorable 2020.

La guida giudica il territorio e la tipicità, valutando solo vini da vitigni autoctoni, che sono presenti in Italia da almeno trecento anni. Gli ottanta degustatori riuniti in 21 commissioni hanno selezionato 904 etichette finaliste, ispirate alla tradizione enologica italiana. Il Lambrusco del Fondatore, omaggio al capostipite della famiglia Chiarli, è un vino che segue gli antichi metodi artigianali della vinificazione con la presa di spuma, raggiunta attraverso la fermentazione naturale in bottiglia, cui si aggiungono il tappo in sughero e la legatura manuale. Anche il Lambrusco Vecchia Modena Premium Mention Honorable nasce, esclusivamente, da cloni storici di Sorbara, e rinnova il successo ottenuto all'Esposizione Universale di Parigi del 1900, riproponendo la stessa etichetta di allora.

Ambedue i Lambruschi premiati simboleggiano il lavoro certosino nei campi e in cantina che si svolge, quotidianamente, nei venticinque ettari della Tenuta Sozzigalli, a nord di Modena, sulla sponda sinistra del fiume Secchia. È proprio qui che il vitigno Sorbara incontra il suo terreno d'elezione, argillo-limoso e profondo.

Arrivata alla quinta generazione con i fratelli Anselmo e Mauro alla direzione e al controllo di filiera dell’articolato polo produttivo, la famiglia Chiarli ha 100 ettari vitati, produce ogni anno 950mila bottiglie, fattura 4 milioni di euro con il 70% del vino che finisce all’estero.