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Fiumalbo. Non solo don Luigi: «Nella famiglia dei Lenzini ci sono altri santi»

Daniele Montanari
Fiumalbo. Non solo don Luigi: «Nella famiglia dei Lenzini ci sono altri santi»

Il parroco ricorda suor Maria Domenica, morta a 25 anni «Ma ci basta la testimonianza, senza gli onori degli altari»

24 febbraio 2022
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Fiumalbo. Un beato ormai “accertato” e diversi altri componenti della famiglia in odore di santità. Il 28 maggio in piazza Grande a Modena la festa per don Luigi Lenzini avrà un significato tutto particolare a Fiumalbo, di dov’era originario il parroco ucciso a Crocette nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945. Sarà un po’ un onorare tutta una grande famiglia che sul territorio ha lasciato forti testimonianze di fede.

«Intanto sul fronte del tempo – sottolinea il parroco don Luciano Benassi – perché abbiamo testimonianza di un don Lenzini prete a Fiumalbo già nel 1588, proveniente dalla Castellaccia, nella zona di San Michele, da dove viene il ceppo originario della famiglia. Poi va ricordato che anche il fratello della mamma di don Luigi era sacerdote, parroco di Iddiano a Pavullo».

Ma soprattutto ci sono due figure della famiglia per le quali non fu mai avviato un processo di beatificazione, ma che sono ritenute in odore di santità. «La prima è quella di tale don Giuseppe Lenzini, che fu cappellano delle Clarisse di Fanano e morì, a metà del Novecento, lasciando una testimonianza spirituale altissima tra le suore, che raccontarono di lui nel libro sulla loro storia e lo vollero sepolto al cimitero di Fanano accanto a loro, come se fosse stato parte della congregazione. La seconda testimonianza, davvero straordinaria, è di suor Maria Domenica, delle Serve di Maria di Galeazza. Originaria proprio della Castellaccia, prestò servizio nella cura dei malati al sanatorio di Selva dei Pini, alla Santona di Lama Mocogno, dove contrasse la tubercolosi. Morì a 25 anni offrendo le sue sofferenze perché la popolazione di Fiumalbo e Pievepelago fosse risparmiata dai bombardamenti e dalle atrocità della guerra. Il giorno in cui passò all’altra vita, il 5 aprile 1945, il parroco di allora scrisse che mentre la portavano al cimitero di Fiumalbo i tedeschi erano in ritirata già oltre S.Annapelago, verso Modena: il territorio era salvo, la guerra era finita. Credo che ci sarebbero proprio i presupposti per avviare un percorso di riconoscimento delle virtù eroiche, ma si tratta di procedure lunghe e complesse: ci accontentiamo di conoscere questo della loro vita. Del resto, Papa Francesco ha sottolineato anche in maniera ufficiale che i santi esistono oltre i percorsi classici di riconoscimento».

Che comunque mantengono tutto il loro valore: per don Luigi Lenzini sono già pronti i primi tasselli della grande cerimonia. Si tratta del reliquiario in bronzo disegnato come una fiamma con dentro la teca, e del grande quadro (2,70 metri pet 1,70) che verrà esposto in piazza. Lo rappresenta con in braccio il Crocifisso mentre cammina tra i suoi due paesi: Fiumalbo a sinistra illuminato da un raggio azzurro e Crocette sulla destra con un rosso che richiama il martirio. Sono entrambe opere di Pietro Lenzini, un altro della famiglia, professore di Belle Arti a Bologna. Dopo l’annuncio della data della cerimonia, ora partirà l’iter di diritto canonico sui resti del sacerdote: dovrebbe essere presto autorizzata la “recognitio” sulla salma (trasferita 25 anni fa dal cimitero alla chiesa), da cui verranno prelevate due reliquie. Una sarà conservata nella chiesa di Fiumalbo, dove è già stato preparato un altare. Il resto rimarrà nella chiesa di Crocette, che diventerà santuario.

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