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Il personaggio / Roberto Pizzi e i segreti delle meridiane Così Ravarino studia il futuro del mondo

Gabriele Farina
Il personaggio / Roberto Pizzi e i segreti delle meridiane Così Ravarino studia il futuro del mondo

Il matematico sta collaborando anche con le scuole spiegando come lavorano gli scienziati della Nasa 

06 marzo 2022
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RAVARINO. La riscoperta del passato per tracciare il futuro. Un filo rosso collega Ravarino al pianeta identificato dallo stesso colore: Marte.

Il filo si muove seguendo il sole, disegnando solchi sullo strumento nuovo e antico al tempo stesso: la meridiana. Il ravarinese Roberto Pizzi ne sta producendo una decina di esemplari dalle forme e dai materiali diversi. L’appassionato di matematica illustra modelli a parete e a terra, con o senza l’asta adoperata per misurare le ore chiamata “gnomone”. Nostalgia dei tempi antichi? Tutt’altro. L’ente spaziale nordamericano (Nasa) ha dotato i veicoli che esplorano il pianeta rosso di meridiane per ottenere più informazioni di quelle disponibili con le tradizionali bussole. «Con la meridiana è possibile individuare esattamente come il veicolo è orientato - sottolinea Pizzi - Sulla Terra abbiamo il campo magnetico ed è possibile orientarsi con una bussola. Marte non ha campo magnetico tale da essere paragonato a quello terrestre. Fotografando la meridiana e guardando l’ombra dello gnomone è possibile però determinare come il veicolo è orientato».

Il ravarinese rimarca una seconda utilità della meridiana per le esplorazioni marziane: identificare i colori sulla superficie del pianeta rosso.

Può sembrare un controsenso, ma così non è. Per spiegarlo, il divulgatore utilizza un esempio terrestre, anzi marino. «Noi sappiamo che l’acqua è trasparente - precisa Pizzi - ma dalle foto aeree della Terra la vediamo azzurra. Ciò accade perché l’atmosfera fa da filtro. Sulla superficie di Marte variano le percezioni delle telecamere per i colori. Conoscendo il colore di riferimento della meridiana, vengono modificati i parametri d’interpretazione dei sistemi elettronici».

Insomma, la meridiana diventa una sorta di cartina al tornasole per la conoscenza scientifica. Il divulgatore volge lo sguardo all’atmosfera senza dimenticare l’orizzonte più vicino: la conoscenza negli istituti scolastici. Non è un caso che una meridiana sia destinata all’Istituto comprensivo 2 di Ravarino. «La meridiana è uno strumento attuale per risvegliare la curiosità - attesta Pizzi - Ormai tutti consultiamo frequentemente un orologio da polso, sul cellulare o in televisione. L’ora che adoperiamo quotidianamente non è però l’ora della meridiana. Per entrare nella logica della meridiana bisogna essere curiosi».

Il divulgatore unisce la curiosità alla felicità di apprendere. Un’asta di una meridiana può essere sufficiente per misurare l’altezza di una piramide. La scienza è volta al futuro e Pizzi non ha rinunciato agli studi sull’idrogeno, su cui punta la Provincia. «Potremmo ottenere gas senza avere i giacimenti - rilancia il ravarinese, autore di un progetto che va avanti da oltre due decenni - Per esempio, le ceramiche di Sassuolo sono energivore sotto l’aspetto del gas, ma c’è già chi sta installando pannelli fotovoltaici sui tetti».

Il progetto per funzionare… deve fare acqua. «Si parte dalla materia prima dell’acqua - descrive Pizzi - che è distribuita in modo abbastanza uniforme su tutta la superficie terrestre. Attraverso un processo chiamato dissociazione elettrolitica otteniamo l’idrogeno, che ricomposto con un sistema elettrochimico si trasforma in energia elettrica. Come scarto riusciamo a ottenere l’acqua. È un sistema a zero emissioni: partiamo dall’acqua e otteniamo acqua». Così si guarda al futuro.

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