MODENA. Sono cinque i casi di mesotelioma per esposizione all’amianto accertati in provincia di Modena nel 2021. Nel 2020 erano stati 6, 15 invece nel 2019, sempre secondo il Registro Nazionale dei Mesoteliomi di Reggio Emilia. Oggi che l’amianto non si usa più, l’attenzione è puntata sui lavori di rimozione. Ogni anno l’Ausl controlla oltre il 15% dei cantieri che eseguono queste operazioni. Nel 2021 sono stati effettuati 145 sopralluoghi nei cantieri su 722 piani di rimozione amianto ricevuti: sono stati riscontrati solo 14 cantieri irregolari, circa il 10%. Vuol dire dunque che la maggior parte delle aziende che fanno questa attività opera in modo regolare. Sono passati 30 anni da quando la legge 257 del 27 marzo 1992 ha messo al bando l’utilizzo di amianto sull’intero territorio nazionale ma, sebbene il nostro sia stato uno dei primi Paesi al mondo a vietare questa fibra minerale cancerogena, resta tuttora quello con il maggior numero di casi di mortalità ascrivibili all’amianto. A inizio anno erano 3.186 le persone morte di mesotelioma in Emilia-Romagna, fra cui 1.943 per esposizione professionale. «In provincia di Modena nel periodo tra il 2015 e il 2019 l’incidenza di mesoteliomi è stata di 3,1 casi per 100mila abitanti tra gli uomini e di 1,0 casi per 100mila abitanti tra le donne, dati più bassi rispetto alla media regionale di 3,9 e 1,1 – riporta Davide Ferrari, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Modena. «I mesoteliomi possono manifestarsi anche dopo 30-40 anni dall’inizio dell’esposizione – continua – dati i lunghi tempi di latenza ancora adesso registriamo tumori in chi è stato esposto all’amianto negli anni ’80 e primi ’90. La curva sta calando perché dal 1994 l’amianto non è più utilizzato come materiale per la produzione di strumenti e attrezzature. Nell’arco di alcuni anni ci sarà sicuramente un’ulteriore discesa dell’incidenza». In linea con le direttive della Regione Emilia-Romagna, nel 2019 l’Ausl ha istituito, presso la sede del Servizio prevenzione e sicurezza ambienti lavoro, un ambulatorio per ex lavoratori esposti ad amianto che offre assistenza informativa e sanitaria alle persone che sono state appunto esposte professionalmente al pericoloso inquinante. Come spiega Ferrari, se prima dell’entrata in vigore della legge ad essere colpiti erano soprattutto i lavoratori impiegati nella produzione di questa fibra killer, successivamente i più esposti sono stati (e continuano ad esserlo) quelli che svolgono attività di bonifica da amianto, soggetti a una serie di misure di prevenzione. Dall’apertura dell’ambulatorio, che offre gratuitamente sia gli accertamenti diagnostici che gli eventuali percorsi di approfondimento, in tre anni sono state una ventina le persone che vi si sono rivolte. «Ma il Covid ha rallentato anche questa attività» specifica il direttore dei Dipartimento. Si ricorda che possono accedervi senza prescrizione medica tutti i lavoratori ex esposti residenti in provincia e non, purché l’esposizione all’amianto sia avvenuta nella provincia di Modena. Per un controllo è necessario fissare un appuntamento telefonico chiamando il numero 059.3963105 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 9.30. © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

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In un anno di controlli verificate 145 realtà. Ci si continua ad ammalare di mesotelioma: cinque nuovi casi nel 2021

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