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LA RICOSTRUZIONE/ Modena. Precipita dal settimo piano Muore una bimba di tre anni

LA RICOSTRUZIONE/ Modena. Precipita dal settimo piano Muore una bimba di tre anni

È caduta dal balcone mentre si trovava in casa insieme alla madre Inutile la disperata corsa della donna in cortile e i successivi soccorsi Sotto choc la mamma, rimasta vedova due anni fa. A cura di Daniele Montanari

24 maggio 2022
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È caduta dal balcone al settimo piano, mentre la mamma si trovava dentro casa. Quando la donna, capacitandosi di che cosa era appena avvenuto, è riuscita a raggiungerla ai piedi del palazzo, lei era già morta, d'altronde da una caduta del genere salvarsi è semplicemente impossibile Ha perso la vita all'età di tre anni e mezzo una bambina originaria della Nigeria che questa mattina, verso le 8.40, è riuscita a raggiungere il balcone e dopo essersi probabilmente arrampicata è volata nel vuoto, finendo sull'asfalto di via Cardarelli, una laterale di via Giardini, ovvero una delle arterie più trafficate di Modena, soprattutto a quell'ora. Ad accorgersi per prima di quanto era appena accaduto è stata proprio la mamma, che ha allertato immediatamente il 118 e le cui urla sono giunte a molti residenti della zona. All'arrivo dei sanitari sul posto, però, ci si è definitivamente resi conto della portata della tragedia.

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MODENA La madre che corre in strada con la figlia sanguinante tra le braccia e urla: «È la mia bambina, è la mia bambina! Aiutatemi!». Poi si accascia a terra, sul suo corpo agonizzante. 
 
È una scena che faticheranno a dimenticare residenti e passanti che ieri mattina hanno prestato i soccorsi, purtroppo vani, alla piccola Rejoice Bellow, la bimba di tre anni e mezzo precipitata da un balcone del grande condominio a fianco dell’Hotel Donatello di via Giardini. È successo verso le 8.40 nel lato che guarda su via Cardarelli, al civico 5. All’improvviso i gestori del bar tabaccheria Donatello, proprio al piano terra, all’angolo, hanno sentito le grida di Mary Uhunoma, 42 anni, nigeriana che da un decennio ormai vive con la famiglia a Modena. Abita in un appartamento al settimo piano con anche gli altri due figli, un bambino di 6 anni che fa la prima elementare e un altro di 11 che fa la quinta.
 
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La dinamica è al vaglio degli inquirenti, ma da quanto si appreso, la madre aveva accompagnato a scuola i due bambini ed era rientrata. Si trovava in casa con la piccola Rejoice, e si stava preparando per portarla all’asilo. In quel momento erano sole in casa. Mentre la mamma era in un’altra stanza la bimba, in attesa di andare all’asilo, è andata sul balcone che si affaccia nel cortile sul retro, e si è arrampicata su alcuni oggetti che erano rimasti lì, tra cui una specie di sgabello. Probabilmente voleva solo guardare meglio fuori, in una bella mattinata di sole, inconsapevole dei rischi. Quando è stata in piedi si è sporta, ha perso l’equilibrio ed è stata tragedia.
 
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È precipitata dal settimo piano, un volo impressionante di una ventina di metri che non poteva lasciare scampo a nessuno. La madre ha sentito il suo grido mentre cadeva e non l’ha più vista sul balcone. È corsa disperata giù in cortile e l’ha trovata sul selciato, ormai esanime. Sconvolta, in una scena straziante l’ha presa in braccio per alcuni metri e l’ha portata in via Cardarelli nell’istintiva ricerca di qualcuno che potesse soccorrerla, fermandosi davanti all’ingresso del palazzo, al civico 5 appunto. 
 
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Le sue grida hanno richiamato il personale del bar-tabaccheria, che vista la situazione ha chiamato subito il 118, mentre lei, posata la bimba di nuovo a terra, gridava e singhiozzava. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, sono corsi a prestare i primi soccorsi i sanitari del Centro Cardarelli dell’Ausl, proprio dietro il condominio, dove c’è il dipartimento di salute mentale. Nel frattempo una signora era già corsa alla clinica M Medical, praticamente di fronte al condominio ma dall’altro lato della via Giardini, a prendere un defibrillatore, e dalla clinica è venuta anche un’infermiera.
 
Tutti gli sforzi, anche quelli del personale specializzato del 118, sono risultati vani: il medico alla fine, tra la disperazione della madre, ha dovuto constatare il decesso. Il suo piccolo cuore non batteva più. Fatale probabilmente un’emorragia cerebrale dovuta al tremendo trauma cranico subito nel volo. Intanto sul posto la Squadra Mobile del commissariato di Modena, con anche il comandante Mario Parternoster, effettuava i primi rilievi con l’ausilio della Scientifica. Appena informata del decesso, sul posto ovviamente anche la Procura. 
La madre è stata riaccompagnata in casa, dove però è riuscita a rispondere in modo molto sommario alle prime domande degli inquirenti, che visto il suo stato di choc non hanno di certo voluto insistere.
 
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La notizia della tragedia si è sparsa subito nella comunità nigeriana, che si è stretta attorno alla madre già provata poco tempo fa da un’altra tragedia. Il 27 aprile 2020 infatti aveva perso il marito Denis Bellow, padre di Rejoice e degli altri figli, 44enne all’epoca, a causa di uno choc anafilattico che l’aveva colpito mentre stava tagliando l’erba per una ditta di sfalci a Fidenza. È arrivata la sorella di Mary, che a lungo ha pregato rivolta verso la piccola salma, di là dall’area recintata. È arrivato il fratello di Denis, poi altri parenti e tanti amici, anche italiani: è diventata la tragedia di tutti. Verso le 11 Mary mentre era in casa ha avuto un malore: è stato chiamato il 118 ma nonostante il consiglio dei sanitari, ha rifiutato il trasporto in ospedale. 
 
 
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«Abbiamo portato subito il defibrillatore Ma il suo cuore non si è più ripreso

 
 
Tra le prime persone ad accorrere sul luogo della tragedia, e a rendersi conto subito delle condizioni disperate della bimba, c’è un’infermiera della clinica M Medical.
 
È Isabel Domingues, che attraverso la clinica ha anche messo a disposizione già nei primissimi minuti dopo la caduta un defibrillatore per tentare di far ripartire il cuore della piccola Rejoice dopo il devastante urto a terra. Ma anche i suoi sforzi, assieme a quelli del personale Ausl e del 118, sono stati vani. «Posso dire che fin dai primi istanti è stato fatto davvero di tutto per rianimare quella bambina – sottolinea – ma purtroppo già dai primi istanti ci si è resi conto che le condizioni erano davvero disperate». Erano le 8.40 circa quando sono iniziate le manovre di rianimazione su quel piccolo corpo disteso sull’asfalto in via Cardarelli, praticamente di fronte all’ingresso del condominio. «Quando sono arrivata io erano già nel pieno dell’intervento. La bambina non dava segni di vita».
 
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Il defibrillatore è stato usato, ma di fatto senza alcun effetto: «Le manovre di rianimazione sono durate quasi un’ora, ma non c’è stato niente da fare. C’era gente intorno che chiedeva il trasporto in ospedale, ma sarebbe stato assolutamente inutile, perché il cuore di quella bimba ormai aveva già smesso di battere». 
Ad assistere a tutto, anche alla resa finale, ovviamente anche la madre della piccola: «Era lì che si disperava, che continuava a dire: “È la mia bimba, è la mia bimba, salvatela!”. Purtroppo tutti gli sforzi sono stati inutili, e anche lei si è dovuta arrendere all’evidenza della morte. Mi dispiace moltissimo, è una tragedia che ci colpisce tutti qui». 
 
Anche i sanitari Ausl del Dipartimento di salute mentale infantile, arrivati immediatamente a prestare aiuto data la vicinanza della struttura, si uniscono al dolore della madre e di tutti i famigliari.  
 
 
 
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«Ho visto Mary gridare con la figlia in braccio: una tragedia immane»
 
 
«Ho sentito le grida di Mary, sono corso subito a vedere e l’ho vista lì che usciva dal cancello in lacrime con la bimba tra le braccia, mentre tentava di rianimarla: una scena terribile, che non potrò mai dimenticare».
È metà mattina, ma è ancora visibilmente scosso Paolo Grazioso. Il marito della titolare del bar tabaccheria Donatello è stato il primo ad accorrere in aiuto alla madre travolta dalla tragedia. «Abbiamo chiamato i soccorsi, ma è stato tutto inutile. È terribile, è terribile: qui alla tabaccheria vedevamo spesso la mamma con la bimba. Una bimba bellissima, con le splendide treccine. La mamma la curava tanto, le voleva molto bene». 
Lo conferma il figlio, Marcello Grazioso: «Erano così belle insieme quando venivano qui... È davvero una tragedia immane, l’unica consolazione è che probabilmente la bimba non si è accorta di nulla. Ma per la madre è tremendo». 
 
«Sì, venivano spesso qui – ribadisce la nuora Anna Iacovlev, barista – lei le prendeva a volte dei Chupa-Chups. Una bimba bellissima, con quelle treccine e un po’ vivace: tendeva spesso a scappare». 
Tanti gli amici della comunità nigeriana che sono venuti a portare un po’ di conforto alla mamma, per come potevano. 
 
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Tra questi anche Stephen Asante, 32 anni: «Una tragedia, una tragedia – dice – povera famiglia, avevano appena perso il marito, in un’altra morte all’improvviso». 
 
«Adesso chi andrà a scuola a dirlo agli altri due fratelli? Come glielo potremo dire?». Questo il pensiero di una ragazza italiana che ha voluto rimanere anonima, ma che con il marito è di fatto il principale punto di appoggio della famiglia di Mary in città. Il marito è stato tra quelli che hanno chiamato per la seconda volta l’ambulanza, quando verso le 11 ha visto che in casa la signora stava avendo un malore, e non l’ha lasciata mai sola.
«Ci siamo conosciuto in treno per caso – spiega la moglie – e da allora siamo sempre rimasti legati. Si parla tanto di integrazione, ma nei fatti non si fa ancora abbastanza. Noi occidentali siamo spesso ancora ciechi di fronte ai bisogni che possono avere famiglie come questa, che vengono a vivere da noi. È stato fatto tutto il possibile? Potevamo aiutarla di più? Era in grado, unica adulta in casa, di riconoscere i pericoli che ci possono essere in un condominio, in un contesto completamente diverso da quello della sua terra d’origine? Sono queste le domande che ci attanagliano adesso», conclude nel dolore.  l
 
«Ho visto Mary gridare con la figlia in braccio: una tragedia immane»
 
 
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Indagini affidate al pm Claudia Natalini C’è una testimone oculare della caduta
 
Di fronte alla tragedia, la Procura si è subito attivata. Sul posto in sopralluogo il pm Claudia Natalini, che si è interfacciata con il capo della Mobile Fabio Paternoster sui primi riscontri.
 
Con una dinamica del genere, viene subito da pensare: ci sarà un fascicolo aperto nei confronti della madre? Per omesso controllo o altri estremi di reato? Al momento non sembra affatto scontato, a vedere la reazione del pm all’esito del primo sopralluogo. Anche Claudia Natalini ieri mattina sembrava infatti scossa dalla disperazione trovata nella madre: «L’apertura di un fascicolo a carico di lei? Guardate, è una tale tragedia questa che è tutto da valutare» ha detto a caldo. È anche possibile dunque che tutto venga archiviato come tragica fatalità, o al massimo ascritto a una colposa omissione di controllo nei confronti di un minore. Di certo la madre è la prima a soffrire per quello che è accaduto, perché amava tantissimo quella bambina, a detta di tutti i vicini.
 
La salma della bimba è stata recuperata dalle onoranze di Gianni Gibellini e condotta in Medicina legale, a disposizione della Procura. Data l’evidenza della causa di morte, è possibile che non venga effettuata l’autopsia ma si proceda solo con una ricognizione esterna del cadavere.
 
Quanto alle indagini, ieri Paternoster con i suoi agenti ha già sentito numerosi testimoni, per chiarire la dinamica dell’accaduto, chiaramente un incidente domestico. A fornire elementi probabilmente decisivi per le indagini una ragazza che si è trovata a passare per la strada, portando a passeggio il cane, proprio nel momento in cui è caduta la bambina. Sarebbe l’unica testimone oculare dell’accaduto, che ha raccontato semplicemente quello che ha visto: la caduta della bambina e la disperata corsa della madre giù per soccorrerla. Poi da qui in avanti le testimonianze sull’arrivo dei soccorsi e le manovre di rianimazione sono state tante, e tutte concordi nella ricostruzione delle varie fasi.