i Serena Arbizzi Violenza sessuale e rapina: sono queste le due accuse di cui dovrà rispondere un 22enne tunisino fermato nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine. L’episodio, secondo il racconto della parte offesa, una ragazza rumena, si è consumato in un seminterrato, vicino al vano dei contatori, di un palazzo in via San Faustino. Il 22enne e la giovane si sono recati qui per consumare una prestazione sessuale pattuita dietro pagamento di denaro. Qualcosa, però, non è andato secondo i piani: il tunisino non ne voleva più sapere di versare alla giovane la cifra che era stata concordata. Lei ha espresso disaccordo, ma di fronte alle minacce di lui, che le ha mostrato un coltello, ha desistito. Di conseguenza, la giovane ha raccontato alle forze dell’ordine di essere stata costretta ad avere un rapporto sessuale, anche per le minacce precedenti con il coltello. Al termine del rapporto sessuale c’è stata anche la rapina: il 22enne, infatti, secondo il racconto della vittima, le ha sottratto il telefono cellulare e una somma di denaro contante. Il racconto che la ragazza ha esposto alla polizia è ricco di dettagli, sia per quanto riguarda il fatto, sia il luogo in cui la violenza si è consumata. Grazie alle sue indicazioni il 22enne è stato trovato il giorno successivo ed è stato sottoposto a fermo. Ieri mattina, assistito dall’avvocato Gabriella Giordano, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il tunisino, clandestino, ha affermato di lavorare “in nero” e di svolgere mansioni saltuarie: ora si trova in carcere. Anche la vittima non è regolare sul territorio nazionale, ma risulta residente a Bologna. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato tempo per prendere una decisione sul caso. l

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L’accusa di una ragazza nei confronti di un 22enne. I fatti in via San Faustino 

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