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Modena. Cpc, la Cgil frena sul piano di espansione «No a una città disegnata dai privati»

Modena. Cpc, la Cgil frena sul piano di espansione «No a una città disegnata dai privati»

Il segretario Dieci: «I nuovi posti di lavoro? Servono assunzioni, non contratti di agenzia»

10 agosto 2022
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MODENA Dice sì allo sviluppo aziendale, a patto che vada di pari passo con la qualità del lavoro. E anche su quello avrebbe qualcosa da dire, a partire dal ricorso massiccio ai contratti di somministrazione attraverso le agenzie. E poi c’è la questione del territorio, perché «non è possibile far disegnare il futuro di un quartiere a un privato». Se la settimana scorsa la Cpc di via del Tirassegno ha presentato un piano di espansione che porterà l’area di via Sant’Anna a cambiare faccia e a 500 nuove assunzioni, ad esprimere diversi dubbi sull’operazione e sul contesto in cui è nata è Daniele Dieci, segretario provinciale della Cgil di Modena.

Segretario Dieci, quali sono le perplessità sull’operazione Cpc alla Sacca?

«Le perplessità sono soprattutto di due tipi: la prima è quella strettamente lavorativa, tanto che come Fiom e sindacato confederale abbiamo chiesto un incontro urgente all’azienda per capire come si svilupperà il progetto di ampliamento, e in particolare come avverranno le assunzioni annunciate».

Avete vertenze in corso sull’azienda di via del Tirassegno?

«In realtà abbiamo non abbiamo un quadro preciso sui rapporti di lavoro esistenti: di certo sappiamo che c’è un ampio ricorso ai contratti di somministrazione, peraltro con diverse agenzie. I ritorni che abbiamo ci parlano di una situazione in cui c’è un forte turnover, e in generale una realtà lavorativa precaria. Il tema è proprio questo: lo sviluppo aziendale va bene, ma oggi deve andare di pari passo con la qualità del lavoro, altrimenti si tratta di uno sviluppo malato».

Cosa chiedete alla dirigenza della Cpc?

«Vogliamo sapere come avverranno le 500 assunzioni annunciate, quanti di questi lavoratori saranno assunti direttamente dall’azienda e a tempo determinato e quanti invece avranno contratti precari e attraverso le agenzie».

E poi c’è la seconda questione.

«Si tratta di quella ambientale e in generale relativa allo sviluppo della città. Anche in questo caso siamo d’accordo sull’importanza dello sviluppo aziendale, ma abbiamo diverse perplessità sulle realtà imprenditoriali enormi che determinano lo sviluppo della città, con un rapporto diretto e immediato con le istituzioni pubbliche che esclude parti sociali e cittadini. Insomma, siamo perplessi di fronte al fatto che un quartiere della città cambi sulla base delle scelte di un privato, anche perché si rischia di fare delle scelte sbagliate dal punto di vista ambientale, scelte di cui un giorno ci si potrebbe pentire».

Pensa alla nuova torre-hotel che Cpc vorrebbe realizzare in via del Tirassegno?

«Sì: il passato della nostra città, ma anche quello di realtà come Sassuolo, è pieno di errori che sono stati fatti sulla scia di idee avveniristiche di alcuni imprenditori, con il risultato che poi rischiamo di trovarci degli “scheletri” abbandonati da gestire. In generale, sono convinto che l’impatto dello sviluppo aziendale sul territorio debba essere affrontato con una platea più ampia, coinvolgendo maggiormente la città. Così come ci sarebbe da parlare in maniera più ampia del tema dell’automotive, che riguarda il nostro futuro, il futuro del nostro territorio».

Domande da rivolgere anche alla politica, al momento impegnata in una complicata campagna elettorale: la Cgil da che parte starà?

«Il sindacato non parteggerà direttamente per una parte, ma sarà evidentemente più vicino ai soggetti che esprimono valori vicini ai nostri, da quello della qualità del lavoro alla solidarietà, il rispetto della Costituzione e l’antifascismo, tema imprescindibile per noi».

Una volta che saranno definite le liste, vi confronterete con i candidati modenesi?

«Sì: insieme agli altri sindacati confederali inviteremo i candidati nei collegi uninominali e proporzionali e ci confronteremo con loro, mettendoli davanti alle nostre proposte e verificando la loro disponibilità a portarle a Roma».

Nel frattempo, i cittadini sono alle prese con un’inflazione pesantissima: dal Dl aiuti è arrivata una boccata d’ossigeno?

«Purtroppo il governo ha messo a disposizione niente più che una manciata di briciole rispetto all’emergenza che stiamo vivendo. E noi siamo stanchi di sperare che risorse vere, risorse massicce, vengano destinate alla redistribuzione dei redditi».l

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