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Amore & diritto

Il costo economico di una separazione Arriva il bonus per chi è in difficoltà

Avv. Alessandra Selmi
Il costo economico di una separazione Arriva il bonus per chi è in difficoltà

12 agosto 2022
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La fragilità familiare è una delle cause dell’impoverimento degli ultimi anni. Le separazioni costano care, soprattutto alle coppie con figli, costrette ad affrontare un improvviso aumento delle spese con conseguente impoverimento generale della famiglia. Le spese raddoppiano: due case, doppie utenze, esigenza di una seconda auto ecc., ma le entrate si dimezzano.

A precipitare nel disagio economico, sempre più spesso, sono i padri, rimasti soli, costretti a lasciare la casa alla moglie e ai figli piccoli, oltre a versare l’assegno di contributo al mantenimento per i figli. Per fare un esempio concreto, in una famiglia in cui marito e moglie lavorano entrambi, con 1.300 euro al mese lui e altrettanti lei, insieme riescono a pagare una rata mensile del mutuo di 600 euro. Quando si separano, la rata viene divisa a metà, 300 euro a testa, ma l’appartamento rimane alla moglie, cui va anche un assegno di circa 500 euro per il mantenimento dei figli. Senza casa, con i soli 500 euro al mese residui, il padre non riesce più a vivere.

La prima ad accorgersene è stata la Caritas, che nel suo rapporto annuale sulla povertà ha riservato un capitolo ai padri separati, ribattezzati “gli equilibristi”. Ad agosto 2021 i padri separati in Italia erano circa 4 milioni e di questi circa 800mila vivevano ai limiti della soglia di povertà. Proprio per tutte queste ragioni è arrivato il “bonus per padri in difficoltà”. Mancano ancora 3 firme, poi potrà partire. Un assegno del valore massimo di 800 euro al mese per un anno, quindi per un massimo di 9.600 euro. E’ destinato ai genitori che non riescono a pagare l’assegno di mantenimento ai propri figli a causa di un calo del reddito dovuto alla pandemia da Covid-19.

Ne hanno diritto i genitori separati, divorziati e anche le coppie di fatto. Gli 800 euro mensili andranno direttamente al genitore “che deve provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori, nonché dei figli maggiorenni portatori di handicap grave, conviventi, che non abbia ricevuto, del tutto o in parte, l’assegno di mantenimento a causa dell’inadempimento del genitore”. Il reddito di chi fa domanda per il bonus deve essere “inferiore o uguale” a 8.174 euro nell’anno in cui si chiede.

Chi ne ha diritto è un padre, tenuto a pagare gli alimenti, «che ha ridotto o sospeso il lavoro a decorrere dall’8 marzo 2020 per unminimo di 90 giorni o per una riduzione del reddito di almeno il 30% rispetto a quello percepito nel 2019». Sono esclusi tutti coloro che hanno ricevutol’assegno di mantenimento nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022: il decreto attuativo non è ancora stato pubblicato.