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Persone scomparse

Quella donna di Maranello senza identità

Quella donna di Maranello senza identità

Il piano: incentivare la banca dati del Dna per riconoscere i cadaveri sconosciuti 

18 agosto 2022
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MODENA «I cadaveri non identificati e i resti cadaverici possono rappresentare il drammatico epilogo di una persona che ha fatto perdere le proprie tracce». Da questa premessa parte la riflessione del Commissario per le persone scomparse relativa all’ottimizzazione di una banca dati del Dna.

Un caso di scuola sull’impossibilità di individuare un cadavere lo si è avuto per la donna trovata nella boscaglia a Maranello, a ridosso del torrente Tiepido per la quale – va detto – non esiste alcuna denuncia di scomparsa quantomeno nota. Nonostante il lavoro degli inquirenti e dei medici forensi, in grado di ricomporre gran parte dello scheletro riunendo le varie ossa recuperate in un sacco e nei paraggi dell’abbandono, è finora impossibile darle un’identità. Ci hanno provato anche i Ris di Parma, estrapolando il Dna dai resti umani ma l’analisi in banca dati non sembra aver fornito riscontri utili o quantomeno non è mai stato comunicato nulla da parte della Procura di Modena, che aveva aperto un fascicolo con il procuratore capo Luca Masini e il sostituito Claudia Natalini. Procura che inizialmente aveva chiesto anche l’aiuto ai mezzi di informazione a cui aveva diffuso le foto di alcuni vestiti, presumibilmente appartenenti alla vittima. Quegli scatti erano stati resi pubblici su siti internet e quotidiani cartacei, i carabinieri avevano ricevuto qualche telefonata informativa ma nulla che garantisse riscontri utili a chiudere una vicenda comunque complessa.

«L’obiettivo della banca dati Dna – evidenzia l’ufficio direttore dal prefetto Bella – è quello di avviare un eventuale censimento straordinario per il confronto tra le persone scomparse e i corpi senza identità, nell’ambito di una strutturata procedura omogenea su tutto il territorio nazionale. Ciò anche alla luce dell’esperienza maturata dall’attuazione di protocolli operativi sottoscritti a Milano, Roma, Firenze e Ferrara, con il coinvolgimento anche delle Regioni, delle Autorità Giudiziarie, delle Università e dell’Anci. L’attuale quadro di riferimento normativo consente, infatti, di avviare progetti concreti per l’implementazione dei profili genetici, tanto delle persone scomparse e dei loro consanguinei, quanto dei cadaveri senza identità, arricchendo il patrimonio informativogenetico della Banca del Dna, prezioso strumento di confronto ai fini identificativi, che si aggiunge a quello dell’identificazione attraverso l’acquisizione di altri dati biometrici e sanitari».l

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