Gazzetta di Modena

Modena

Il processo

Camposanto, Laila morta schiacciata dalla pressa: a processo il titolare dell’azienda e il responsabile della sicurezza

Camposanto, Laila morta schiacciata dalla pressa: a processo il titolare dell’azienda e il responsabile della sicurezza

13 ottobre 2022
2 MINUTI DI LETTURA





MODENA Omicidio colposo con violazione della normativa antinfortunistica. Con queste accuse sono stati rinviati a giudizio il titolare e il responsabile della sicurezza della Bombonette di Camposanto,  per la morte della dipendente  Laila El Harim, l’operaia quarantenne di origine marocchina, ma in Italia da oltre vent’anni, residente a Bastiglia, rimasta incastrata e schiacciata in una fustellatrice  all’interno della grossa azienda attiva nel settore packaging.

L’incidente si era verificato  il 3 agosto 2021, ed ebbe vasta eco, la donna è stata ricordata dalle più alte cariche dello Stato e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha avviato anche un’indagine ministeriale parallela all’inchiesta dell’autorità giudiziaria.

Il giudice ha accolto le richieste del pubblico ministero che appunto aveva chiesto il processo per il reato di omicidio colposo con l’aggravante di essere stato commesso con la violazione delle norme antinfortunistiche nei confronti  Fiano Setti, 86 anni, di Camposanto, fondatore e legale rappresentante della ditta nonché datore di lavoro, e Jacopo Setti, 31 anni, di Finale Emilia, in qualità di delegato alla Sicurezza, e anche per la Bombonette srl in quanto soggetto giuridico.

Il processo è stato fissato per il 17 gennaio 2023

Ai due imprenditori il Sostituto procuratore  contesta  gravissime violazioni: in sintesi, di non aver minimamente considerato il rischio di contatto dei lavoratori con gli organi in movimento durante l’uso delle fustellatrici; di più, per un risparmio sui tempi di lavorazione, e quindi per trarne profitto, di aver fatto installare nel macchinario, al posto della prevista protezione statica fissa, dei “pareggiatori” regolabili manualmente, consentendone così l’avvio anche in presenza di un operatore al suo interno; di non aver fatto seguire alla dipendente il corso di formazione di legge non addestrandola all’utilizzo di quella macchina così pericolosa. 

I familiari non si sono costituiti parte civile, in quanto sono già stati risarciti separatamente.