CONCORDIA Se l’assassino di Alice Neri è fuggito con una bicicletta, prima deve averla portata sul luogo dove è stata incendiata la sua auto. E potrebbe averlo fatto arrivando lì, nel campo ai lati di via Griffona, a Fossa di Concordia, guidando la Fiesta blu della 32enne, caricando la bici in macchina, mentre il corpo della donna era nel bagagliaio. Ecco perché c’erano i sedili reclinati all’interno dell’auto: per fare posto alla bici. È uno scenario che sembra plausibile alla luce del nuovo elemento d’indagine rappresentato dall’ipotesi appunto – su cui stanno lavorando gli inquirenti e non ancora confermata – che l’assassino sia scappato in sella a una bici nella speranza di passare inosservato davanti alle telecamere di videosorveglianza della zona. Dalle telecamere intanto arriverebbe un altro elemento fondamentale per la ricostruzione di ciò che è accaduto nell’ultima notte di Alice, che scagionerebbe il collega di lavoro con cui aveva cenato, e che per ora è indagato per omicidio volontario assieme al marito di Alice. Secondo quanto riferito nella puntata di Quarto Grado in onda su Rete 4 venerdì sera, la telecamera che vigila sull’incrocio tra via per Mirandola e via Grandi, a 500 metri dal bar, ha inquadrato al termine della serata il passaggio dell’auto dell’amico 10 minuti prima del passaggio di quella di Alice. Quei 10 minuti che la ragazza avrebbe atteso dopo la sua partenza, e in cui potrebbe aver incontrato il suo assassino. Ma c’era veramente Alice alla guida della sua Fiesta? Il dubbio è legato al fatto che si vede la sua macchina svoltare in direzione opposta a quella che avrebbe dovuto prendere per andare a casa, dirigendosi invece verso la campagna. Verso il luogo in cui è stata ritrovata la macchina bruciata. È possibile che fosse già successo qualcosa di tragico e che alla guida ci fosse l’assassino? È presto per una risposta. Sembra invece perdere di consistenza l’ipotesi di una partenza anticipata da casa di Alice per andare a incontrare qualcun altro prima di vedersi al bar con il collega di lavoro. È lo stesso fratello di Alice, Matteo Marzoli, a chiarire le tempistiche di movimento, che sono ben diverse da quelle trapelate in un primo momento. «Mi sorella è rincasata verso le 18.30 a Rami di Ravarino – riferisce – e alle 19.15 è uscita per andare al bar di Concordia, dove è arrivata verso le 19.40. Queste sono tempistiche perfettamente compatibili con i 25 minuti circa che ci vogliono per andare da Rami a Concordia». In un primo momento invece era trapelato che la ragazza fosse rientrata a casa alle 17.40 e uscita alle 18. Con i nuovi tempi, non ci sarebbe più quell’ora di vuoto in cui si supponeva che Alice potesse aver incontrato qualcuno. C’è però la segnalazione delpassaggio di una Fiesta come quella di Alice in via Mazzalupi, a Fossa di Concordia, molto prima dell’incendio. L’avrebbe immortalata una telecamera privata di videosorveglianza. Potrebbe esserci passata uscendo dal lavoro prima di rientrare a casa? Però l’uscita dal lavoro è data per le 17.30, e i tempi non sembrano molto compatibili con il rientro a casa per le 18.30. «Per di più mia sorella – nota Matteo – non conosceva assolutamente la zona di Fossa: se ci fosse andata, avrebbe sicuramente perso tempo, si sarebbe smarrita e avrebbe dovuto usare il navigatore. Poi non aveva alcun motivo per passare di lì». Potrebbe essere passata una Fiesta blu identica alla sua? È da capire se la telecamera privata era in grado di leggere la targa o meno. l © RIPRODUZIONE RISERVATA &nbsp;

CONCORDIA Se l’assassino di Alice Neri è fuggito con una bicicletta, prima deve averla portata sul luogo dove è stata incendiata la sua auto. E potrebbe averlo fatto arrivando lì, nel campo ai lati di via Griffona, a Fossa di Concordia, guidando la Fiesta blu della 32enne, caricando la bici in macchina, mentre il corpo della donna era nel bagagliaio. Ecco perché c’erano i sedili reclinati all’i...

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Le indagini L’ipotesi sul mezzo scelto per la fuga dopo l’incendio

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