Economia e lavoro

MODENA Il Motor Valley Accelerator - il più importante programma italiano di accelerazione per aziende innovative nel settore mobility ed automotive - è pronto ad avviare il terzo anno di attività. Fino al 29 gennaio è infatti possibile inviare le candidature aperte a startup che operano in ambito elettrificazione, connettività e digitalizzazione dei veicoli, mobilità autonoma e sostenibile, motorsport. L’acceleratore mobility della rete nazionale CDP-Cassa Depositi e Prestiti ha sede a Modena, nel cuore della Motor Valley, proprio in piazza Grande: è gestito da CRIT insieme a Plug&amp;Play, ed ha come investitori anche la Fondazione di Modena e Unicredit. Come già avvenuto per le due precedenti edizioni, anche la terza selezione mira ad identificare le migliori startup italiane (o disponibili a trasferire la propria sede in Italia) del settore automotive e mobility. Le idee imprenditoriali che saranno selezionate riceveranno un investimento pre-seed di 100mila euro (di cui una parte in servizi di accelerazione) e potranno accedere a un percorso di formazione tramite workshop settimanali e ad una rete di mentor di alto livello. Tra i partner del progetto, infatti, figurano aziende come STMicroelectronics, Marelli, HPE Coxa, Dallara, Sabelt, Gruppo CLN, Gruppo OMR e Unipol. «L’obiettivo del Motor Valley Accelerator è la continua ricerca di nuovi talenti da scoprire e incentivare. Nei primi due anni di attività il programma di accelerazione ha coinvolto 16 startup ed erogato complessivamente 2,5 milioni di euro, che hanno supportato lo sviluppo e l’ingresso sul mercato delle realtà selezionate - commenta Marco Baracchi, direttore generale di Crit - Come già avvenuto nelle due precedenti edizioni alcune startup, giunte al termine del percorso di accelerazione di 5 mesi che si svolgerà come sempre a Modena, potranno accedere ad un ulteriore investimento di follow-on fino a 500mila euro». Le due precedenti edizioni del programma di accelerazione hanno portato in particolare 4 startup a scegliere Modena come sede per la loro attività: una di queste è la Novac Supercap, fondata da quattro ex studenti della Facoltà di Ingegneria di Unimore e che intende produrre supercondensatori allo stato solido e modellabili. Cos’è un supercondensatore? E’ un accumulatore che contiene meno energia rispetto ad una batteria ma si carica e scarica molto più velocemente. L’esempio potrebbe essere quello di un confronto tra un maratoneta e un centometrista: così come le batterie elettriche offrono energia in modo lento e graduale i supercondensatori rilasciano invece la loro potenza in pochi secondi. Essi permettono di aumentare dunque non solo le performance dei veicoli ma allo stesso tempo di lasciare che le batterie lavorino solo in condizioni normali, aumentandone l'efficienza e la vita utile. Il supercondensatore studiato da Novac, basato su una tecnologia proprietaria, si rivolge ai segmenti di alta fascia, dove la ricerca di performance e di efficienza giustifica gli elevati costi dei componenti: l’industria delle hypercar ibride ed elettriche, il settore aerospaziale e quello delle imbarcazioni elettriche. Ma anche quelle delle aziende che producono monopattini, droni, e-bike e scooter a batterie. All’occhio umano il supercondensatore si presenta come una superficie formata da diversi strati, due elettrodi separati da un elettrolita, il tutto interamente sviluppato dal team. Questo tri-strato viene poi ricoperto da un case protettivo in fibra di carbonio, per la struttura. Sovrapponendo più tri-strati è possibile inoltre ottenere un dispositivo in grado di occupare volumi vuoti. I fondatori di Novac sono come detto quattro ex studenti della facoltà di Ingegneria: Matteo Bertocchi, l’amministratore delegato di questa start up innovativa, è stato studente di Ingegneria del Veicolo; Loris Bruzzi di Electronics Engineering; Alessandro Fabbri di Ingegneria del Veicolo e Aldo Girimonte di Ingegneria dei Materiali. Hanno tutti tra i 27 e i 28 anni e nessuno è modenese visto che provengono rispettivamente da Genova, Bolzano, Firenze e Cosenza. E’stata Unimore a farli incontrare, in particolare il progetto TACC (Training for Automotive Companies Creation), un corso interfacoltà organizzato dal 2018 dall’Università di Modena e Reggio Emilia con l’obiettivo di fornire tutte le conoscenze di base per lo sviluppo di un progetto innovativo basato su un’idea imprenditoriale nell’ambito automotive. I supercondensatori rappresentano un sistema poco conosciuto e attualmente preso poco in considerazione per via del costo elevato e dei suoi problemi, che sono principalmente legati al liquido che contengono che impedisce ad essi di lavorare ad alte temperature, li obbliga ad avere una forma standard e li rende molto pericolosi. I ragazzi di Novac hanno studiato un materiale innovativo per ovviare a tutti questi problemi realizzando un supercondensatore completamente allo stato solido, con la possibilità di essere modellato su superfici e volumi anche irregolari, che sia in grado di lavorare integrandosi con le normali batterie a temperature elevate e soprattutto, che sia sicuro in caso di danneggiamento. L’idea di Novac, costituitasi ufficialmente nel 2019, ha già ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui appunto l’inserimento di questa start up modenese tra le 8 che sono entrate nel Motor Valley Accelerator. Novac sta ora lavorando a un primo prototipo di supercondensatore in scala tale da poter avere una applicazione industriale. I finanziamenti ottenuti in questi anni, soprattutto l’ingresso nel capitale di questa start-up sottoscritto qualche mese fa dal fondo Eureka!Fund-Technology Transfer gestito da EUREKA! Venture SGR e dal Motor Valley Accelerator per oltre 400 mila euro, le hanno permesso di avere oggi cinque membri del team a tempo pieno per portare avanti la parte di ricerca e sviluppo del prodotto, che già può contare su due brevetti internazionali, uno sul materiale e uno sulla tecnologia. Proprio prima di Natale l’ad della start up, Matteo Bertocchi, si è anche recato in California, nella Silicon Valley per intrecciare contatti. «A metà 2023 – spiega Alessandro Fabbri di Novac - vogliamo avviare un altro round di investimento per raccogliere fondi volti a finanziare il nostro stabilimento manifatturiero. Il prossimo anno vogliamo lanciare il prodotto sul mercato». l &nbsp;

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