i Enrico Ballotti «Come contrastare gli “odiatori” da tastiera? Un modo ci sarebbe…». Sono le parole di Francesca Fantuzzi, la moglie del calciatore Domenico Berardi. Il capitano del Sassuolo, così come la compagna, è stato infatti vittima di pesanti offese sui social, vere e proprie minacce che la stessa Francesca ha denunciato. «Ho denunciato virtualmente, ma anche legalmente. Non credo si debba passare sopra certe situazioni che non riguardano solamente calciatori o personaggi conosciuti. Il mondo del web e dei social non può avere regole tutte sue. Non è possibile che sia data la possibilità di creare profili falsi che, poi, vengono utilizzati per offendere e minacciare. Profili che dopo queste azioni vengono cancellati. Ecco, la mia soluzione contro gli “odiatori” è proprio quella di proibire questa pratica che purtroppo è sempre più diffusa». Ma si diceva delle offese e delle minacce arrivate dopo la vittoria del Sassuolo contro il Milan, un 5-2 “confezionato” proprio per merito di Berardi. Francesca, dopo la gara calcistica giocata a San Siro, aveva pubblicato una storia Instagram. La foto di una televisione accesa sul match e il numero 5 a richiamare le reti realizzate dai neroverdi. Apriti cielo, almeno tre incivili si sono scatenati con messaggi di questo tipo: «Se incontro tuo marito lo uccido», «Crepate», «Cornuta». Da qui, appunto, la reazione con la moglie del calciatore che ha deciso di agire per vie legali: «Non è la prima volta che capita. Ma non definirei come tifosi questi individui. Per me sono semplicemente persone cattive, “odiatori” che si scatenano in un mondo virtuale. È preoccupante anche perché non posso sapere se questi “odiatori” abitano a pochi metri da casa o a chilometri di distanza. Sono minacce fini a se stesse, provenienti da quei profili che spariscono in pochi giorni, ma allo stesso tempo credo sia sbagliato non considerare. Subire e voltarsi da un’altra parte non è giusto. Per questo ho deciso di denunciare, per fare capire a tutti che il calcio e il mondo dei tifosi non è questo. Un discorso che non vale solamente per una persona conosciuta al grande pubblico, ma vale per tutti. Con questo non voglio dire che debbano solo essere pacche sulle spalle e sorrisi – continua Francesca Fantuzzi –ma dico che c’è modo e modo di comportarsi. Arrivano, quando le cose vanno male, anche critiche calcistiche, ma sono intelligenti, fanno parte di un confronto. Aiutano i giocatori, non solo mio marito, a crescere e a capire il momento che sta vivendo una tifoseria. Per questo mi piace rimanere sui social, che non sono certo il mio lavoro. Per essere in contatto con gli amici oppure con i sostenitori del Sassuolo e del calcio in generale». Francesca, per il momento, non è intenzionata a salutare il mondo virtuale: «Ci abbiamo pensato, soprattutto per preservare nostro figlio e più in generale la nostra famiglia. Ma come dicevo girarsi dall’altra parte non è la soluzione migliore, non sarebbe giusto. Ne parliamo spesso anche con le mogli dei compagni di squadra di Domenico. Siamo fortunate a vivere in una piazza piccola, siamo fortunate ad avere un confronto quotidiano onesto con i tifosi neroverdi. Anche mio marito preferisce sempre un confronto di questo tipo – conclude – non dà troppo peso a quello che le persone, in particolare certe persone, scrivono su internet ».l

i Enrico Ballotti «Come contrastare gli “odiatori” da tastiera? Un modo ci sarebbe…». Sono le parole di Francesca Fantuzzi, la moglie del calciatore Domenico Berardi. Il capitano del Sassuolo, così come la compagna, è stato infatti vittima di pesanti offese sui social, vere e proprie minacce che la stessa Francesca ha denunciato. «Ho denunciato virtualmente, ma anche l...

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Francesca Fantuzzi, moglie del calciatore Berardi, vittima di minacce «Non è stato un caso isolato, credo sia giusto continuare a denunciare»

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Sassuolo, la moglie di Berardi «Profili falsi usati per offendere Non voltiamoci dall’altra parte»

Francesca Fantuzzi, moglie del calciatore Berardi, vittima di minacce «Non è stato un caso isolato, credo sia giusto continuare a denunciare»

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