Fuoriclasse/ Covezzi (Ausl di Modena): «L’autostima non va legata alla bilancia»
Nell’ultimo anno ci sono stati 290 accessi al servizio dedicato
Nel 2022, gli accessi alla Casa della Salute di Modena per disturbi del comportamento alimentare sono stati ben 290. Tutte persone che soffrivano o soffrono tuttora di Dca (disturbi del comportamento alimentare), ma in particolare di bulimia e anoressia. Quando si parla di disturbi alimentari, però, ci si trova sempre di fronte a un grande dubbio, spesso chiedendosi: cosa sono veramente?
Molte volte, l’opinione delle persone a riguardo gira intorno allo stesso malato che ne soffre. “Se l’è cercata”, “è tutta colpa sua”, “doveva pensarci prima”. Alcuni sono, addirittura, estremamente convinti che essi siano semplicemente causati dal carattere “debole” del paziente, sottovalutando in modo assoluto la pericolosità e l’importanza del disturbo.
Nel 2013 il Ministero della Salute ha confermato e identificato i disturbi del comportamento alimentare come effettive malattie psichiatriche.
«A partire dal 1970, uscì il primo manuale diagnostico statistico delle malattie psichiatriche, in concordanza con le associazioni internazionali più famose, capace di raccogliere tutte le malattie psichiatriche conosciute», racconta Roberta Covezzi, dottoressa psichiatra specializzata in Dca e in servizio all’Ausl di Modena come responsabile del servizio.
«Questo manuale viene revisionato a distanza di alcuni anni, aggiungendo o togliendo in base alle nuove scoperte - continua - L’ultimo uscito, il Dsm-5, ha trasformato quelli che erano i disturbi del comportamento alimentare in disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».
Come spiega la dottoressa, negli anni si è cercato di identificare la fascia d’età maggiormente affetta dai Dca: «In particolare, l’Ausl si occupa di ragazzi e ragazze che vanno dai 12 ai 35 anni. La parte della popolazione più colpita da questi disturbi, però, va dai 17 ai 22 anni ».
Molti sono i progetti organizzati dalla sanità pubblica, in grado di aiutare maggiormente i malati di Dca, come la psicoterapia di gruppo concentrata principalmente alla riscoperta dei colori e degli odori dei diversi piatti. Inoltre, a ogni ragazzo o ragazza, viene affidato un team di specialisti (psichiatri, psicologi, nutrizionisti ecc…), con il compito di seguire il paziente in tutto il suo percorso di guarigione.
Ma quali possono essere le cause di tali disturbi? «I disturbi alimentari incarnano il modello biopsicosociale, ovvero non derivano da una singola cosa, ma proprio dall’interazione tra quello che sei, il corpo, la mente e la società».
Questo significa che l’immagine corporea viene spesso influenzata dalla stessa psiche, restituendo una figura distorta dalle proprie insicurezze e opinioni. «Una volta si pensava che l’immagine corporea corrispondesse allo schema corporeo - continua la psichiatra - ma questo schema non corrisponde alla realtà. Comincia a formarsi intorno ai 2 anni, quando il bambino inizia a riconoscersi allo specchio e cambia negli anni man mano che si cresce».
Bisogna anche aggiungere che, nel corso dei secoli, ha dato un grande impatto anche il cosiddetto “ideale corporeo” imposto dalla società, mostrando una “bellezza” distorta con un fisico eccessivamente magro o eccessivamente allenato. L’evento che ha peggiorato notevolmente la situazione, però, è stata decisamente la pandemia, diffusasi in Italia intorno al 2020. Attraverso la quarantena forzata, moltissime persone sono state “costrette” a convivere con sé stesse 24 ore su 24, faccia a faccia con le proprie insicurezze e paure. Nonostante abbia dato più problemi che altro, ha fatto nascere il concetto della "body positivity".
«L’autostima non può essere legata all’indice della tua bilancia - spiega Covezzi - se tu non ti ami almeno un pò, fai anche fatica ad accettare che le altre persone possano amarti e questo non deve essere legato al tuo stesso peso».
Al giorno d’oggi, soprattutto a causa dei social, è sempre più difficile “abbracciare” positivamente la propria immagine, insieme alle proprie particolarità e ai propri difetti. I disturbi del comportamento alimentare sono considerati il risultato della bellezza irraggiungibile che la stessa società promuove, dando, spesso, soluzioni “drastiche” come diete eccessivamente restrittive che, in un secondo momento, possono condurre a un vero e proprio disturbo. Il modo migliore per combattere insieme le proprie insicurezze è, quindi, capire che non abbiamo bisogno di diventare qualcuno che non siamo e che nel nostro cammino non siamo mai soli. l
Manuela Di Noia