<p> CARPI Da pi&ugrave; di dieci anni lo Stato deve 655mila euro al Comune di Carpi per le spese sostenute per la ex Pretura e ora la causa deve ricominciare da capo in sede amministrativa. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno infatti stabilito che la causa civile intentata dall’amministrazione locale al Ministero di Grazia e Giustizia non aveva un fondamento giurisdizionale: &egrave; una materia che interessa un contenzioso tra enti pubblici, quindi va trattata dal Tar, in questo caso di Bologna. Un ennesimo rinvio a questa richiesta di restituzione di denaro speso che viene posticipata a un futuro incerto, mentre il Ministero insiste che alcuni crediti possono gi&agrave; considerarsi prescritti &laquo;alla stregua di prestazioni di dare di natura periodica applicabile per le annualit&agrave; dal 2011 al 2013&raquo;. Ma il Comune non vuole che lo Stato debitore la faccia franca in questo modo e si era rivolto alla Cassazione Civile proprio per questo motivo. I 655mila euro comprendono infatti le spese per affitti, riparazioni, manutenzione, illuminazione, riscaldamento, custodia dei locali, provviste d’acqua, servizio telefonico, fornitura e riparazione dei mobili e degli impianti, spese per i registri e gli oggetti di cancelleria, spese di pulizia dei locali, per il funzionamento degli Uffici Giudiziari, nella specie la sede distaccata del Tribunale di Modena e dell’Ufficio del Giudice di Pace fino alla rispettiva soppressione: un conto di 781 mila euro. Questa spesa, insiste il Comune, ricade in via finale a carico del Ministero, essendo le uscite dell’ente locale una mera anticipazione. Il Ministero ha gi&agrave; pagato 132mila euro e quindi i 655 mila euro sono il saldo del credito residuo che Carpi si aspetta per aver gestito e mantenuto le attivit&agrave; giudiziaria nel Cortile della Pieve. Dopo una lunga e accurata disamina, le Sezioni Unite sono arrivate alla conclusione che in effetti questa causa non &egrave; di tipo civilistico ma riguarda il Tar. Si ricomincia da capo, insomma, mentre lievitano le spese giudiziari e mentre il Ministero continua a puntare sulla prescrizione dei debiti. La Pretura, che si trovava appunto nel palazzo comunale di piazzale Re Astolfo, &egrave; stata chiusa e gli uffici oggi sono nel Tribunale di Modena. Restano in sospeso quelle spese del Comune in base alla legge del 1941 che imponeva agli enti locali di anticipare e sostenere le attivit&agrave; giudiziarie che poi sarebbero state rimborsate dal Ministero di Grazia e Giustizia attraverso previsione contabili e decreti annuali del ministro che compensavano i debiti sostenuti. E invece cos&igrave; non &egrave; stato. Il Comune di Carpi non ha mai mollato la presa. Tra i conti anticipati per i quali chiede il rimborso sono compresi gli affitti, le riparazioni, la manutenzione, l’illuminazione, il riscaldamento, la custodia dei locali, le provviste d’acqua, il servizio telefonico, la fornitura e le riparazioni dei mobili e degli impianti. Inoltre, a carico del Comune, sborsate per conto dello Stato, c’erano le spese per i registri e gli oggetti di cancelleria, oltre alle spese di pulizia. l<br /> &nbsp;</p>

<p> CARPI Da pi&ugrave; di dieci anni lo Stato deve 655mila euro al Comune di Carpi per le spese sostenute per la ex Pretura e ora la causa deve ricominciare da capo in sede amministrativa. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno infatti stabilito che la causa civile intentata dall’amministrazione locale al Ministero di Grazia e Giustizia non aveva un fondamento giurisdizionale: &egrave; una mater...

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Il caso

Il Ministero di Giustizia non paga al Comune i 655mila euro di debito E ora, dopo 10 anni, la Cassazione ha stabilito che se ne occuperà il Tar

Modena

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Ex Pretura di Carpi: tutto da capo

Il Ministero di Giustizia non paga al Comune i 655mila euro di debito E ora, dopo 10 anni, la Cassazione ha stabilito che se ne occuperà il Tar

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