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Sacca: «Moschea? Non qui»

Sacca: «Moschea? Non qui»

Residenti contrari a realizzarla all’ex Pro Latte per l’afflusso del venerdì Nella riunione proposte aree alternative: Cie, Bruciata o Modena Nord

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i Carlo Gregori

L’idea di una moschea alla ex Pro Latte fa storcere il naso ai residenti. Non è per razzismo, ripetono: facciamola ma da un’altra parte. Molti sottolineano l’incognita del venerdì, giorno di preghiera per gli islamici. Quanti parcheggi serviranno in più rispetto ai 200 previsti dal piano in discussione in Comune? E ancora: quei parcheggi e un nuovo edificio sono spazio cementificato rubato al verde che potrebbe invece fare da polmone in un quartiere inquinato: oggi alla Sacca il verde è solo il 19% del territorio contro la media del 39%. Di qui le proposte per spostare l’eventuale centro islamico altrove: oltre la tangenziale, al Cie, alla Fiera.

È stata un serata ricca di idee e discussioni quella alla Polisportiva Sacca con alcuni consiglieri comunali e il comitato Pro Rione Sacca. Tantissime le ipotesi intorno alla proposta di permuta avanzata dalla Cpc: il terreno spianato alla ex Pro Latte in via Finzi in cambio del terreno comunale in via delle Suore dove sorge l’attuale centro islamico Il Misericordioso. Solo un progetto, si affrettano a precisare i consiglieri comunali: nulla è deciso e in ogni caso non dirà l’ultima parola il sindaco o la giunta ma il Consiglio stesso. Oltre duecento i presenti, attenti e desiderosi di far conoscere le proprie proposte o critiche. Parola d’ordine: interesse pubblico. Un’espressione politica in disuso da troppi anni in città e che ora sta tornando in auge per ricordare che ci sono decisioni che non si possono prendere senza pensare alle conseguenze sulle vite dei residenti. Qualcuno ricordato che il terreno di via delle Suore è del Comune e quindi pubblico, eppure viene scambiato con un terreno privato. Non ci sono solo gli affari. L’unica certezza è che la Sacca ha una fame disperata di verde: tutti gli intervenuti ne chiedono di più. Anche i Cinque Stelle: Giordani e Silingardi propongono lo scambio per farne un’unica area verde senza moschea e attaccare l’ex Pro Latte al Parco Utoya di via Gerosa. Parco che i presenti sottolineano in condizioni pietose. La proposta del Pd, tramite Carpentieri, è diventata una mozione in Consiglio. Il terreno va diviso: un terzo per moschea e parcheggi, un terzo solo verde e un terzo in edilizia agevolata per giovani famiglie. Il centro-destra e la sinistra valutano.

Il pubblico incalza. Nulla contro gli islamici. Ma non in via Finzi. «Troppo popolata – ricorda un residente - ci sono palazzi molto abitati e pochi parcheggi». «Anche se facessero 200 parcheggi – spiega un altro – è prevedibile che il venerdì non bastino». Anche altri sono preoccupati dall’afflusso di musulmani il venerdì e per le feste come il Ramadan. «C’è una vecchia casa colonica di fronte – propone uno – basterebbe sistemarla». Partono le proposte alternative. Lontane sì, ma non troppo a ben guardare. Sempre alla Sacca ma oltre la tangenziale: i capannoni abbandonati in via Massarenti o in via Danimarca. Oppure il capannone del rave abusivo in zona Fiera. O l’ex Cie.

Il progetto Polo Logistico Conad ha creato una radicata consapevolezza che alla Sacca servono sostenibilità ambientale e verde. Un giovane propone di sviluppare progetti come Data Center per creare un polo scientifico alla Sacca: applausi. Questo è il futuro che chiede il quartiere. Non l’ha mandata a dire una residente: «Siamo stanchi di essere considerati la pattumiera di Modena». l