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Il caso

Botte e torture a un paziente del Pronto Soccorso. Quattro agenti della polizia locale di Sassuolo indagati e sospesi dal servizio

Botte e torture a un paziente del Pronto Soccorso. Quattro agenti della polizia locale di Sassuolo indagati e sospesi dal servizio

I quattro sono stati denunciati dal direttore generale dell’ospedale di Sassuolo, su segnalazione di medici e infermieri che hanno assistito al raccapricciante episodio. I fatti risalgolo all’ottobre 2021, vittima un operaio incensurato di origine marocchina

19 febbraio 2023
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SASSUOLO Una vicenda a dir poco raccapricciante, quella che ha visto la Procura di Modena chiedere e ottenere dal Giudice per le indagini preliminari di Modena la sospensione dal servizio di quattro agenti della polizia locale di Sassuolo accusati di abuso di potere e tortura nei confronti di un operaio incensurato, di origini marocchine, brutalmente picchiato mentre si trovava al pronto soccorso.

Le quattro persone della polizia locale di Sassuolo sono  due con la qualifica di Assistenti e due con la qualifica di Agenti - della misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio.

Nello specifico scrive il procuratore Luca Masini «I quattro indagati sono gravemente indiziati del reato di cui all'art. 613 bis c.p., aggravato dall'essere il fatto stato commesso da pubblici ufficiali con abuso dei poteri inerenti la propria funzione. I due Assistenti sono altresì gravemente indiziati del reato di falsità ideologica in atto pubblico di cui all'art 479 c.p. per avere redatto e firmato una relazione di servizio il cui contenuto, per quanto emerso dall'attività di indagine sinora svolta, è da ritenersi mendace».

I fatti risalgono al 2021 e sono scaturiti da una denuncia del   Direttore Generale dell'Ospedale di Sassuolo, destinatario, a sua volta, della segnalazione inoltrata dal primario responsabile del Pronto Soccorso, nella quale erano narrati gli accadimenti descritti nelle relazioni redatte dal personale sanitario ed infermieristico di turno tra la sera del  15 ottobre e il 16 ottobre.

Tutto ha avuto inizio con l’arrivo al pronto soccorso di un uomo di nazionalità marocchina in condizioni di salute precarie a causa di una crisi ipoglicemica, una situazione per la quale il paziente era già stato curato presso lo stesso ospedale.

L'uomo era stato soccorso e trasportato in ambulanza dalla Croce Rossa di Sassuolo in quanto rinvenuto lungo la

pubblica via in stato confusionale ed a tratti assopito. Gli accertamenti sanitari effettuati presso il nosocomio avevano confermato una grave crisi ipoglicemica.

A questo punto, mentre i medici e gli infermieri procedevano con la raccolta dei dati e compilavano l’anamnesi del paziente,

si sono presentati al Pronto Soccorso i quattro indagati, giunti presso la struttura ospedaliera senza che alcuno avesse richiesto il loro intervento. Sono entrati e una volta raggiunto l’uomo hanno iniziato ad inveire contro di lui immobilizzandolo con forza alla barella sulla quale era stato collocato incastrandogli le braccia tra le sponde.

E qui la situazione è ulteriormente degenerata: l’uomo è stato ripetutamente picchiato con colpi  sul petto ed al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino mettendosi in posizione accovacciata, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti.

Tali condotte sono state descritte dettagliatamente dal personale sanitario presente.

«Dalle dichiarazioni acquisite – scrive la nota della Procura –  è, emersa, infatti, la convinzione, esplicitata dagli stessi indagati ai medici ed infermieri in quel momento impegnati a prestare le cure necessarie, che si trattasse di persona legata agli ambienti dello spaccio di sostanze stupefacenti. La persona offesa, operaio in Italia da anni con regolare permesso di soggiorno, peraltro mai denunciato o anche solo foto-segnalato per fatti inerenti gli stupefacenti, non ha ad oggi sporto denuncia per quanto accadutogli non avendo ricordo alcuno di quanto verificatosi presso il Pronto Soccorso, proprio in ragione della condizione di pressoché totale incoscienza in cui versava a causa della gravissima crisi ipoglicemica».

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto corretta la qualificazione giuridica delle condotte contestate da questa Procura anche con riferimento al reato di cui all'art. 613 bis c.p. (tortura) introdotto con legge 14 luglio 2017 n. 110. E' stato, infatti, ritenuto che la pluralità delle condotte violente attuate dagli indagati, per circa un'ora, avessero cagionato alla persona offesa, che peraltro versava in condizioni di minorata difesa a causa della grave crisi ipoglicemica, acute sofferenze fisiche (elemento costitutivo del reato di tortura differente da quello di lesioni volontarie aggravate), determinando un trattamento inumano e degradante per la dignità della sua persona.

Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sassuolo con la  collaborazione fornita dalla Comandante della Polizia Locale di Sassuolo. Le gravi condotte contestate coinvolgono

solamente i quattro indagati sospesi dal servizio.