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Il grido di pace parte da Modena

Sara Terenziani
Il grido di pace parte da Modena

Tre attiviste da Russia, Ucraina e Bielorussia all'unisono: «Stop a questa guerra il prima possibile»

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A un anno dallo scoppio del sanguinoso conflitto tra Russia e Ucraina è stata organizzata una giornata dedicata all’incontro tra tre attiviste di origine rispettivamente ucraina, russa e bielorussa per diffondere un messaggio di pace.

Kateryna Lanko, rappresentante del Movimento pacifista ucraino: «Il mio movimento condanna l’invasione russa in Ucraina e si pone come obiettivo principale quello di trovare soluzioni per mettere fine a questa guerra il prima possibile». A essere completamente dimenticati sono infatti stati i diritti umani. «Le persone che si oppongono alla guerra vengono costrette ad arruolarsi o mandate in prigione, quelli che provano a oltrepassare il confine rischiano la vita».

Nonostante la grande ostilità tra i due Paesi, la popolazione russa vive una condizione molto simile. «Io vengo dalla Russia e sono una attivista dell'associazione “Go by the forest”, un’espressione che ha due significati: uno idiomatico in russo, che significa letteralmente “Vai a quel paese”, l’augurio che rivolgiamo al regime di Putin, e uno letterale che si riferisce a tutti i russi che sono costretti a fuggire per le foreste nel disperato tentativo di fuggire», spiega Darya Berg.

«Molte persone in Russia sono contro la guerra e non vogliono arruolarsi ma dichiararlo è pericoloso, io quando l’ho fatto sono stata costretta a fuggire». Questi ostacoli però non fermano gli attivisti. «Finora abbiamo aiutato oltre 4000 persone a fuggire dalla Russia e abbiamo offerto loro supporto psicologico, ma abbiamo bisogno di aiuto per migliorare l’informazione». A chiudere è invece il punto di vista del terzo paese coinvolto in questo conflitto, la Bielorussia.

«Come associazione “Our house” abbiamo lanciato una campagna per la difesa degli obiettori alla guerra bielorussi e abbiamo organizzato iniziative in varie città europee, Lukashenko teme queste misure e la solidarietà internazionale che riceviamo».

«All’Europa conviene continuare a finanziare le spese militari per la guerra o raccogliere i cittadini che si oppongono alla guerra?», conclude Olga Karach dell’associazione bielorussa “Our house”.