MODENA “Il mio futuro è la scuola che scelgo”, recita il cartellone che Sofia di 12 anni ha portato in piazza Matteotti ieri a Modena, accompagnata dai suoi genitori. La sua famiglia è una delle tante che ha partecipato alla manifestazione di piazza indetta dal gruppo modenese di “Priorità alla scuola” per chiedere che si intervenga al più presto sul fenomeno delle esclusioni di alunni dalle scuole superiori modenesi più gettonate. Quest’anno sono stati più di 300 i ragazzini di terza media costretti a rimanere fuori dagli istituti che da settembre avrebbero desiderato frequentare, per mancanza di posti. I giovanissimi studenti sono stati così obbligati ad iscriversi in scuole in cui erano rimasti posti disponibili. «Io da grande voglio fare la veterinaria – dice Sofia – e quindi l’anno prossimo voglio iscrivermi a tutti i costi al Selmi biologico». Purtroppo però non è detto che il sogno di Sofia possa realizzarsi. Quest’anno l’istituto Selmi ha infatti escluso in totale un centinaio di ragazzi che lo avevano indicato come prima scelta, selezionando gli alunni attraverso i consigli orientativi forniti dagli insegnanti delle medie e sorteggiando laddove vi erano situazioni di parità. «Criteri assurdi – afferma un papà – che vede negare ai nostri ragazzi il diritto di scegliere liberamente il percorso di studi che più si desidera». Alla manifestazione – a cui hanno aderito anche tutte le principali sigle sindacali del mondo della scuola, insieme ad associazioni come l’Arci, il Coordinamento provinciale dei genitori, alcune associazioni studentesche – hanno preso parte anche molti genitori, insegnanti, educatori e studenti, tutti indignati verso una scuola «che esclude e uccide i sogni dei nostri adolescenti». Numerosi gli interventi: ci sono stati genitori che hanno raccontato le proprie storie personali di esclusione: «Non è vero che ogni famiglia è stata contattata dai presidi della scuola di prima scelta per provare a ragionare insieme sul riorientamento – ha affermato una mamma al microfono – sono arrivate fredde mail alle quali non era possibile replicare che informavano le famiglie che la richiesta di iscrizione era stata “smistata” (questo il termine utilizzato nelle mail) in un’altra scuola a cui erano pregati di rivolgersi. Vedere utilizzato il verbo “smistare” riferito ai nostri ragazzi – ha tuonato la mamma – è stato aberrante. Ci ha rimandato a periodi bui della nostra storia che purtroppo tutti conosciamo». Forti sono state anche le parole degli insegnanti delle medie che hanno evidenziato come tutto il lavoro fatto durante i progetti di orientamento venga vanificato da criteri di selezione, disomogenei tra loro, che guardano alla performance e non all’acquisizione di competenze e addirittura affidano al caso la scelta della scuola futura di ragazzi di 13 anni. I sindacati uniti hanno chiesto che il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara intervenga al più presto per risolvere questo problema che non è solo della nostra città, ma riguarda anche gli altri principali capoluoghi della nostra regione: «È importante che i parlamentari del territorio continuino a riferire in Parlamento di questa grave situazione – ha affermato Claudio Riso di Flc Cgil scuola – le Province e i Comuni possono mettere a disposizioni più spazi, ma se non ci sono insegnanti e personale Ata nulla si può fare. Sono anni che diciamo che la scuola ha bisogno di più investimenti ma sono anni che rimaniamo inascoltati». Tutti i presenti in piazza – tra cui esponenti della politica cittadina sia del Partito Democratico che di Modena Volta Pagina, hanno chiesto a gran voce che l’Ufficio scolastico territoriale metta al più presto a disposizione i dati ufficiali di quanti ragazzi nella nostra Provincia non potranno frequentare la scuola indicata come prima scelta. «Inoltre – ha concluso l’insegnante Elisa Sabbatini di Priorità alla scuola – chiediamo che le istituzioni modenesi e regionali convochino urgentemente un tavolo di confronto. Non possiamo far pagare a queste generazioni i costi di scelte miopi, che assecondano volontà di risparmio economico e proseguono nel continuo disinvestimento in atto da anni sulla scuola pubblica». Insomma, la questione si conferma particolarmente sentita, e bisognosa di risposte concrete da parte delle istituzioni. Vedremo a questo punto quali saranno i prossimi passi.l &nbsp;

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