Ravarino, patria del Balsamico «Sia patrimonio dell’umanità»
Ravarino Aceto balsamico tradizionale di Modena e Ravarino continuano a essere due realtà legate a doppio filo. Giovedì 2 marzo, infatti, in Consiglio comunale, il gruppo di centrosinistra e maggioranza “Avanti Ravarino” presenterà un ordine del giorno per sostenere la candidatura dell’aceto balsamico tradizionale di Modena a patrimonio culturale dell’umanità. «Questa candidatura riveste per la nostra comunità un valore speciale – spiegano in coro il capogruppo di maggioranza Emanuele Rossi e il vicesindaco Moreno Gesti, che hanno lavorato alla stesura – perché proprio nel nostro Municipio è custodito il manoscritto con la ricetta originale dell’aceto balsamico tradizionale: un documento unico in cui, il 2 marzo 1862, l’avvocato e agronomo Francesco Agazzotti fissava sulla carta, con dovizia di particolari, la procedura per ottenere il vero aceto balsamico modenese».
Già nel 2011, per valorizzare la storia, la cultura e le tradizioni del territorio, il Comune avviò l’acetaia comunale, la cui gestione è affidata, per conto della Consorteria di Spilamberto dell’aceto balsamico tradizionale di Modena, a un gruppo di appassionati della comunità ravarinese legata al prodotto. L‘acetaia conta, ad oggi, quattro batterie: due donate da Arci-Uisp Ravarino, una donata dall’associazione Agorà di Ravarino, e una messa a disposizione dalla comunità ravarinese dell’aceto balsamico tradizionale di Modena.
La “badessa”, invece, si deve alla ditta Fattorie Giacobazzi di Nonantola. Ma il legame di Ravarino con il balsamico non si ferma qui: il maestro ravarinese Bruno Lodi, insegnante, studioso di storia, scrittore e ricercatore particolarmente abile nel disegno e nella pittura, realizzò nel 2005 una preziosa mappa dei territori Estensi di sviluppo del balsamico, i cui esemplari sono esposti, tra l’altro, presso la Consorteria di Spilamberto e nel Consorzio Tutela aceto balsamico tradizionale di Modena. La mappa, ricca di particolari, evidenzia i Comuni della provincia, tra cui ovviamente Ravarino, in cui la produzione dell’aceto riveste un importante ruolo storico e culturale, oltre che gastronomico. «Per il nostro Comune, più che mai – concludono i promotori dell’ordine del giorno – la candidatura dell’Aceto Balsamico tradizionale a patrimonio dell’Unesco rappresenta un appuntamento con la storia».l