Gazzetta di Modena

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L’editoriale di commiato

Gazzetta di Modena, un giornale sempre dalla parte giusta

di Giacomo Bedeschi
Gazzetta di Modena, un giornale sempre dalla parte giusta

Il direttore della Gazzetta di Modena Giacomo Bedeschi con questo editoriale saluta i lettori. Dal 1 marzo è nuovo direttore della Nuova Sardegna. Al suo posto Luciano Tancredi, direttore anche de Il Tirreno

01 marzo 2023
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A Modena ho preso coscienza di una cosa: che il tempo corre troppo veloce. Due anni. Sono volati. Avrei voluto rallentare il giro delle lancette per godermi ancora un po’ questa città e per provare a raccontarvela ogni giorno insieme ai giornalisti della Gazzetta, gente tosta, infaticabile, seria, professionale ma sempre con il sorriso sul volto, per stemperare la tensione e la fatica. Lo dico, oggi, riordinando la scrivania dell’ufficio, nel mio ultimo giorno da direttore. Ricordo la prima volta che ci sono entrato. Non era un periodo facile. Dicembre 2020, Natale alle porte, il primo nel pieno della pandemia.

Un Natale di sofferenza, angoscia e lutti ma con una grande speranza: quella dei vaccini. Ci hanno cambiato la vita, ci hanno sfilato, tenendoci per mano, da un mare in tempesta portandoci a riva. E mi piace ripeterlo proprio su queste pagine, quelle della Gazzetta di Modena, che nei due anni di pandemia è stata sempre dalla parte giusta, quella della scienza, fornendo un servizio alla comunità, dando informazioni, facendo parlare chi ne aveva e ne ha titolo senza risparmiare critiche a chi, invece, ha voluto vivere una stagione da accademico abusivo sparando sciocchezze o, peggio ancora, facendo azioni sconclusionate a spese della comunità.

Questa gente non rappresenta e non può rappresentare Modena, che è fatta di tutt’altra pasta e di tanta concretezza. Qui ho scoperto esempi di virtuosismo di ogni genere. Quello delle imprese, del lavoro, dell’assistenza, dell’accoglienza e della solidarietà, perché Modena ha un cuore davvero immenso. Fate sì che nessuno la rovini.

non sarà facile. Da anni ormai le mani della criminalità organizzata si sono piantate a fondo anche qui. Dove c’è benessere diffuso, dove c’è da mungere, qualcuno è portato ad approfittarsene. Pochi giorni fa ho intervistato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che qui a Modena ha chiuso il congresso nazionale della Fillea. Gli ho chiesto se ci sia il rischio di infiltrazioni mafiose nella spesa dei soldi che arriveranno sulla provincia con il Pnrr. “Caro direttore, purtroppo non è un rischio ma una certezza”. Forse Landini ha ragione. Vogliamo sperare di no. Quantomeno, cari modenesi, cercate di non abbassare la guardia e dargliela vinta perché voi, e la vostra storia, non lo meritate.

Certo, in questi due anni, sono state tante le soddisfazioni e i momenti di gioia. Non posso dimenticare la promozione del Modena in serie B. Che festa ragazzi. E anche in quel caso la Gazzetta si è superata. Paolo Vecchi, il capo delle pagine sportive andato in pensione pochi mesi fa, venne da me quando l’odore di vittoria era nell’aria. “Boss (sì, mi chiamava così, a me, il meno formale, credo, di tutta la redazione…), se i gialli vanno su dobbiamo fare una cosa toga!”. E’ bastato poco a convincerci. Con l’impegno di tutti siamo usciti con un doppio giornale, altre quaranta pagine per raccontare un anno di emozioni gialloblù. Ne è valsa la pena.

Al di là di tutto, il futuro di questa provincia sono i giovani, i ragazzi che ogni mattina entrano nelle nostre scuole. Mi piace allora pensare che il progetto della Gazzetta, ribattezzato #Fuoriclasse, che ha aperto la redazione alle scuole, possa continuare a crescere facendo scoprire agli adulti del futuro quel che sta attorno a loro, aiutandoli nelle scelte scolastiche e nel salto nel pianeta del lavoro. Il giornale deve saper uscire dal foglio di carta e fare anche questo.

La Gazzetta di Modena ci riesce molto bene. Ormai questa è una casa molto solida. Due anni fa, poco dopo il mio arrivo, abbiamo festeggiato i quarant’anni di storia e in questi decenni la Gazzetta è cresciuta tanto, diventando un foglio sempre più autorevole, un giornale che non teme rivali per la capacità di racconto e di analisi. La Gazzetta non è solo un catalogo di notizie ma un diario di questa comunità ed è sempre stata capace di guardare anche dietro le quinte, per capire se lo spettacolo è tutta farina del sacco degli attori o se qualcuno suggerisce le battute. Anche questo è il compito dei giornalisti e a quelli che hanno casa qui viene decisamente bene.

Mi piace anche pensare che la Gazzetta abbia già gli occhi puntati verso il domani. Per questo abbiamo lanciato negli ultimi mesi una striscia di notizie quotidiane sui nostri social. E’ anche questa una delle nostre missioni: cercare nuovi linguaggi, nuovi codici e canali di informazione, oltre a quelli tradizionali, per raggiungere e informare più gente possibile. Ma questo si può fare solo con una grande squadra, e questo giornale lo è. Dai colleghi più giovani fino a quelli che, in questi due anni, ci hanno salutato andando in pensione, dai fotografi alle decine di collaboratori. Sono loro il cuore del giornale. Ringrazio l’editore, il Gruppo Sae, per avermi concesso il privilegio di lavorare con loro e raccontare la città e per avermi affidato la direzione di un’altra storica testata, La Nuova Sardegna. E ringrazio soprattutto i lettori, il vero patrimonio della Gazzetta di Modena. Sono comunque contento, perché la lascio in buone mani.

A guidarla ci sarà Luciano Tancredi, che ha tutta l’esperienza professionale e la qualità umana per portare il giornale sempre più nel futuro. Mi mancherete, tutti. Resterò un lettore fedele, anzi, un tifoso. Alè Gazzetta. Sempre.