Gazzetta di Modena

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Incidente probatorio

Omicidio Alice Neri Gaaloul era o no sporco d’olio? In tribunale è subito battaglia

di Daniele Montanari
Omicidio Alice Neri Gaaloul era o no sporco d’olio? In tribunale è subito battaglia

Scontro tra difesa e accusa sul racconto dei tre amici tunisini Ghini: «Non confermano, non c’è prova». Zaccaria: «La certezza è matematica

07 marzo 2023
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MODENA È solo la seconda udienza ma è già accesissimo scontro tra accusa e difesa nell’ambito del procedimento a carico di Mohamed Gaaloul, il 29enne tunisino accusato dell’omicidio di Alice Neri e della distruzione del cadavere, trovato carbonizzato il 18 novembre nel baule della sua auto. Ieri si è svolto l’incidente probatorio che era stato rinviato il 15 febbraio: davanti al gip Andrea Scarpa sono comparsi i tre tunisini amici di Gaaloul che l’hanno ospitato nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere. Uno di loro, Ahmed M’Barek, aveva riferito ai carabinieri di averlo visto entrare in casa alle 8 del 18 novembre (Alice fu uccisa nelle prime ore di quel giorno) sporco d’olio.

Un pesante elemento per l’accusa, visto che l’olio è l’accelerante utilizzato per incendiare l’auto. Alaeddine Ben Mahfoudh a sua volta ha riferito di aver sentito Ahmed chiedere a Mohamed come mai fosse tutto sporco d’olio a quell’ora, vedendolo andare subito in bagno a lavarsi. Mohamed Moussa era invece fuori, ma è stato sentito lo stesso quale padrone di casa. Su richiesta dei pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara ieri sono stati sentiti per confermare le versioni.

Da quanto si è appreso, i tre non avrebbero riferito direttamente di aver visto Gaaloul sporco d’olio, e gli elementi che hanno dato vengono letti in modo opposto dagli avvocati della difesa (Roberto Ghini per Gaaloul) e dell’accusa (Cosimo Zaccaria per la famiglia Neri e Luca Lugari che assiste Nicholas Negrini, marito di Alice, ancora indagato ma di fatto scagionato e quindi parte lesa). «Sono state testimonianze favorevoli alla difesa – sostiene Ghini – perché è emerso in modo incontestabile che tutti e tre hanno un ricordo sfumato della mattina del 18 novembre, tanto da sostenere che piovesse quando non era così. Tutti e tre hanno detto di non avere un ricordo preciso di Gaaloul sporco d’olio: poteva essere benissimo sporco d’altro, dato che hanno affermato di averlo visto spesso coi vestiti sporchi per via dei lavoretti che abitualmente faceva.

Queste testimonianze depotenziano fortemente l’impianto accusatorio». Di tutt’altro avviso l’avvocato Zaccaria: «Le tesi dell’accusa hanno trovato piena conferma – sottolinea – perché anche se i tre non hanno associato in modo diretto il ricordo di lui sporco d’olio alla mattina del 18, hanno tutti e tre confermato che lo videro sporco d’olio la stessa mattina in cui Ahmed portò la sua Opel dal meccanico, seguita dal Kangoo guidato da Alaeddine. E si tratta inconfutabilmente della mattina del 18 novembre, perché c’è l’inquadratura della telecamera che quel giorno mostra in strada il passaggio della Opel seguita dal Kangoo. C’è la certezza di un’equazione matematica a cristallizzare il ricordo di Gaaloul sporco d’olio quella mattina, e l’olio fu utilizzato proprio per dare fuoco all’auto».

«L’incidente probatorio rafforza le accuse a carico di Gaaloul – ribadisce l’avvocato Lugari – evidenziando anche tutta la stranezza di macchie d’olio sui vestiti di uno che diceva di fare l’imbianchino». Ma la battaglia è destinata a continuare: l’accusa ha chiesto un incidente probatorio per l’esame delle prove scientifiche: la tanica con l’olio e il telefono di Gaaloul.

La difesa ha annunciato che chiederà lo stesso esame su un paio di pantaloni ritrovati a casa della moglie di Gaaloul dalla stessa difesa (non sequestrati dunque) ipotizzando che siano quelli usati la notte del delitto, con l’obiettivo di evidenziare che su quei tessuti macchie d’olio non ci sono. Più l’esame di altre telecamere di videosorveglianza. Il giudice deciderà se ammettere nei prossimi giorni.l D.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA