Continua il botta e risposta con Hera con le domande inviate dai cittadini (scriveteci a piazzagrande@gazzettadimodena.it). Questa settimana rispondono Anna Vaccari, coordinatrice Zona Modena Guardie Ecologiche Volontarie e Daniele Greco, vicepresidente Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente. Già da qualche settimana ho letto che è possibile ricevere una multa se si butta la spazzatura nel modo sbagliato, ma chi è che può fare il verbale? E per quali motivi? «In realtà, in caso di mancato rispetto delle norme sul conferimento dei rifiuti, le sanzioni amministrative vengono comminate già da diversi anni - risponde Anna Vaccari, Coordinatrice Zona Modena Guardie Ecologiche Volontarie – certo in questo periodo c’è una particolare attenzione al tema. Questa attività a Modena può essere svolta dalle forze dell’ordine, dagli agenti accertatori (ovvero personale di Hera in possesso di una nomina del Sindaco) e da alcuni corpi di volontari che collaborano con il Comune di Modena e con il Gestore dei servizi ambientali: le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), le Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente e dalle Guardie Zoofile Ambientali. Questi volontari, nello svolgere le loro funzioni, in forza di un decreto prefettizio sono a tutti gli effetti pubblici ufficiali e dunque hanno titolo ad elevare le sanzioni, ma questo non è il nostro primo compito. Il nostro primo compito è informare, educare ed assistere la collettività e solo in ultima istanza redigiamo un verbale per contestare un illecito. Le casistiche più comuni, in questo senso, sono il ripetuto conferimento in giorni o orari sbagliati delle raccolte differenziate; l’abbandono di rifiuti al di fuori dei contenitori; la mancata riduzione del volume degli scatoloni, che per evitare ammassi in strada devono essere piegati o schiacciati; la collocazione dei sacchetti di rifiuti domestici nei cestini stradali, che invece sono pensati per le cartacce o simili. Ripeto, però, quello che viene sanzionato è il comportamento ripetuto e non l’errore in buona fede. Questo perché, come ho detto, il nostro compito è prima di tutto aiutare le persone a comprendere le corrette modalità di conferimento dei rifiuti: pochi giorni fa, ad esempio, ci è stato segnalato il caso di un sacco della carta pieno di pannoloni. Siamo riusciti a rintracciare la persona che l’aveva esposto pensando che – essendo questi rifiuti in cellulosa – andassero conferiti proprio nella carta. Le abbiamo spiegato che, al contrario, pannolini, pannoloni, traverse igieniche e tutti gli altri presidi medici vanno nell’indifferenziata e lei ci ha ringraziati per questo chiarimento. Per noi volontari è un piacere essere d’aiuto e quello che ci gratifica è riuscire a dare un contributo positivo, non certo scrivere un verbale». Io espongo i miei sacchi di carta e plastica vicino al cancello, ma vedo che i vicini li mettono accanto al nuovo cassonetto per l’indifferenziato. Qual è la scelta giusta? «Ha ragione il lettore: le raccolte porta a porta devono essere collocate nei pressi dell’abitazione, sul suolo pubblico e senza creare intralcio al transito – spiega Daniele Greco, Vicepresidente Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente. Appoggiare i sacchi vicino ai cassonetti può risultare controproducente, perché i mezzi che svuotano i contenitori stradali sono automatizzati e, nel sollevare e poi riposizionare il cassonetto, potrebbero rompere i sacchi lì vicino, oppure schiacciarli e così impedire che poi si riesca a recuperarli. Meglio dunque evitare questo comportamento, anche se sembra più logico. A proposito di esposizione dei rifiuti per il porta a porta, è importante anche rispettare gli orari di esposizione e mettere fuori i rifiuti la sera prima del giorno previsto: se si espone prima, i sacchi rimangono in strada più a lungo, creando un senso di disordine; se li si espone alla mattina stessa, il rischio è che la raccolta sia già passata, perché gli operatori cominciano il servizio già alle prime luci. Ripetiamo spesso questi consigli e vedo che gradualmente le persone cominciano a prendere confidenza con questo sistema, anche se di strada da fare ce n’è ancora». Nel parco sotto casa mia c’è sempre sporco, perché nessuno interviene? «Anche senza sapere di quale parco si tratti – risponde Anna Vaccari – quella descritta purtroppo è una situazione abbastanza diffusa, e certo non solo a Modena. In realtà gli interventi sono tanti, sia quelli “dopo”, di pulizia svolti dal personale di Hera, sia quelli “prima”, di prevenzione fatti da noi. Però è impossibile presidiare contemporaneamente tutte le aree verdi della città, dovremmo sforzarci tutti di trattare bene la nostra città. Per quanto ci riguarda, quando vediamo persone che sporcano o bivaccano facciamo loro notare che quei comportamenti non sono idonei né consentiti e arriviamo, nei casi più difficili, a chiamare la Polizia Locale. In generale, quello che suggeriamo di fare – quando si nota una situazione di degrado – è segnalarla agli organi competenti o, se si tratta di rifiuti, a Hera: in questo caso, lo strumento più utile e veloce è il Rifiutologo: una volta scaricato, è sufficiente scattare una foto e inviarla tramite la stessa APP, che associa all’immagine anche le coordinate del luogo fotografato. In questo modo, gli operatori interverranno nei tempi più rapidi possibile. Abito nei pressi di un ristorante etnico che non separa mai i rifiuti. Vorrei segnalare la situazione ma non so a chi rivolgermi, come posso fare? «In primo luogo, se vede uno dei nostri volontari può rivolgersi a loro – dice Daniele Greco – e questo vale per qualsiasi tipo di dubbio o difficoltà: come abbiamo già detto, il nostro compito è aiutare. In alternativa Hera ha recentemente reso disponibile un nuovo servizio di assistenza tecnica. In questo caso, può scrivere a casasmeraldo.quartieri@gmail.com oppure, dalle 8.30 alle 18.30 da lunedì a sabato, chiamare il numero 3205762417. In generale, però, devo aggiungere che solitamente con questi locali il problema ha a che fare con la mancanza di informazione. Hera ha realizzato guide per la raccolta differenziata in numerose lingue oltre che in italiano e, nella maggior parte dei casi, basta una visita per dare le corrette indicazioni per far sì che il problema si risolva. Nella mia esperienza, l’idea che sia “lo straniero” a causare il disagio è una pura e semplice falsità: la maleducazione, purtroppo, non ha patria e spesso sono proprio gli “insospettabili” quelli che, a fronte di un richiamo pacato rispondono in malo modo e poi reiterano il comportamento sbagliato, come se la città non fosse anche la loro casa». l © RIPRODUZIONE RISERVATA

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