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Il caso

Modena, all’ex Terim degrado senza fine: bivacchi e rifiuti ovunque

di Paola Ducci

	Il degrado all'ex Terim
Il degrado all'ex Terim

Giacigli e roghi nell’edificio accanto alla polisportiva di Baggiovara, dove un tempo c’era un’azienda leader nella produzione di cucine

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MODENA. Edifici pericolosi e pericolanti, rifiuti abbandonati ovunque e qualche persona, presumibilmente straniera e senza fissa dimora, che vi si rifugia: è questo in sintesi quello che si può constatare visitando l’ex stabilimento Terim di Baggiovara, un tempo azienda leader nella produzione di cucine. Un’area dismessa da anni, il cui ingresso principale era su strada Giardini e che ora giace abbandonata e in degrado assoluto accanto alla Polisportiva Baggiovara, frequentata sia da persone anziane che da chi pratica sport, vista la presenza di campi da calcetto e da tennis.

Tante segnalazioni

Le segnalazioni di un certo viavai dallo stabile abbandonato della frazione a sud della città sono arrivate dai residenti, ormai abituati a vedere, soprattutto nelle ore serali, diverse persone entrare e uscire nell’area industriale dismessa. E in effetti queste informazioni sono risultate corrette: almeno due persone (ma non si esclude che siano qualcuna in più), hanno occupato due piccole aree riparate e piuttosto nascoste del grande stabile industriale di Baggiovara, utilizzandole come rifugio per la notte. Durante il nostro sopralluogo, oltre ad avere incontrato fisicamente una di queste persone (un ragazzo di colore sulla trentina d’anni), abbiamo notato anche evidenti segni della presenza umana, come pentole con resti di cibi freschi, fornelletti da campeggio, panni stesi e giacigli realizzati con materassi e coperte, sia all’interno di una vecchia cabina elettrica che nella baracca del recupero degli oli esausti. Del resto, l’accesso all’area dell’ex stabilimento Terim è molto facile ed è possibile in più punti: sia dalla zona dietro i campi da tennis della polisportiva che dall’aiuola che costeggia il parcheggio della struttura sportiva. In entrambi i punti di accesso, la rete risulta tagliata e ripiegata su stessa, in modo tale che l’ingresso nell’area possa essere semplice e comodo, senza il rischio di farsi male.

Il primo capannone

Il nostro viaggio nello stabilimento abbandonato è iniziato visitando il primo capannone, il cui ingresso è consentito da più porte che risultano aperte. Quello che ci ha subito impressionato è stata l’enorme quantità di borse di plastica accumulate su una parete del capannone colme di rifiuti di qualsiasi tipologia: praticamente una piccola discarica nascosta all’interno dell’ex stabilimento. Nel mezzo, anche un carrello rosso da supermercato ribaltato, che lascia pensare che sia stato utilizzato per trasportare parte dei rifiuti, visto che alcune sportine piene di spazzatura erano ancora al suo interno. Sparsi qua e là per la maggior parte dell’area del capannone sono poi evidenti resti di roghi: la percezione è che molti rifiuti possano essere stati bruciati a più riprese.

L’area degli uffici

Proseguendo nella zona abbandonata del complesso situato tra la via Giardini e via Cavezzo, ci siamo imbattuti nell’area degli uffici, la cui porta d’ingresso, sebbene fosse chiusa, era priva di vetri, permettendo con facilità a chiunque di entrarvi. Nelle varie stanze una volta adibiti a uffici, così come nella ex sala mostra al primo piano, sono chiari ed evidenti i resti di cibo piuttosto fresco accanto a piccoli bracieri con oggetti bruciati, pentole, mozziconi di sigarette e qualche resto di consumo di stupefacenti.

Edificio pericolante

Da alcuni locali esce invece un odore nauseabondo a causa di resti di escrementi umani e di urina. In tutto lo stabile, che in alcuni punti risulta oggi essere estremamente pericolante, con pezzi di soffitto staccati e muri crollati, è percepibile anche una grande presenza di topi. Una situazione decisamente preoccupante, insomma, con evidenti tracce di bivacchi in condizioni estremamente precarie e pericolose. Chi frequenta la polisportiva ci tiene però a sottolineare che la situazione sembra essere migliorata rispetto a due anni fa, quando invece la ex Terim era soprattutto teatro di spaccio. Da questo punto di vista oggi le cose sembrano andare meglio. «In ogni caso - protestano i residenti - vorremmo capire per quanto ancora lo stabile rimarrà in queste condizioni: sarebbe ora che si intervenisse per recuperare l’area».