Il caso

Modena. Va a far la spesa invece di lavorare: dipendente comunale in servizio a Reggio Emilia a processo

Modena. Va a far la spesa invece di lavorare: dipendente comunale in servizio a Reggio Emilia a processo

Il 60enne timbrava il cartellino e poi andava al parco, al bar o al mercato

27 aprile 2023
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di Serena Arbizzi

MODENA. Timbrava il cartellino in Comune, poi usciva per fare la spesa o, comunque, altre commissioni di natura personale che nulla c’entravano con lo svolgimento della propria mansione.

È finito a processo un ex dipendente pubblico di 60 anni, nato a Carpi e residente a Modena, che lavorava dapprima ai servizi sociali, mentre successivamente era stato trasferito alla protezione civile al Comune di Reggio. Ieri mattina è stato ascoltato in qualità di testimone il comandante della polizia locale di Reggio Stefano Poma il quale ha raccontato minuziosamente le varie fasi delle indagini che hanno portato a cogliere in flagrante il dipendente.

Riavvolgiamo il nastro. Il caso risale all’agosto del 2018. In Comune si riscontrano vandalismi sul dispositivo elettronico marcatempo, ovvero il timbratore dei badge utilizzato dai dipendenti comunali per segnalare la propria presenza in ufficio.

L’autore dei vandalismi non viene identificato, tuttavia, nel frattempo, ci si accorge che il 60enne in orario di servizio è all’interno di alcuni negozi, per fare la spesa, ad esempio. In alcune occasioni viene pizzicato al bar, o, al parco a leggere, o, ancora al mercato ortofrutticolo.

Il lavoro della polizia locale è stato certosino, con pedinamenti, fotografie, riprese. Una volta ottenuta la certezza che il dipendente comunale invece di lavorare svolgeva altre faccende di natura privata è scattato il procedimento previsto dalla legge Madìa.

L’uomo è stato sospeso per 30 giorni e, successivamente, licenziato. La vicenda è stata passata al setaccio dalla Corte dei Conti, alla quale l’ufficio personale del Comune ha inviato tutti gli incartamenti. Inizialmente, la quantificazione del danno da parte degli uffici pubblici reggiani stimava in oltre 1.400 euro le mancate ore di lavoro del dipendente. Secondo il calcolo riformulato dalla Corte, invece, il danno ammonterebbe a poco meno di 800 euro. Il dipendente, oltre a essere stato licenziato in tronco, ha dovuto risarcire l’amministrazione dell’entità del danno, ma anche delle spese legali per l’apertura del procedimento, insieme ad altri oneri accessori. Il reato di cui è accusato il 60enne è quello di truffa continuata.