Gazzetta di Modena

Modena

La banda delle truffe romantiche: denunciati quattro modenesi

La banda delle truffe romantiche: denunciati quattro modenesi

Instauravano legami sentimentali virtuali per estorcere alla vittima denaro. Scoperto dalla polizia postale un giro d'affari di oltre un milione di euro in due anni

09 maggio 2023
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BOLOGNA  Questa mattina i poliziotti, coordinati dalla procura della Repubblica di Spoleto, hanno eseguito 18 decreti di perquisizione nei confronti di altrettante persone, operative su tutto il territorio nazionale, indagate per i reati di truffa, ricettazione e riciclaggio.

Le complesse indagini, avviate a seguito della presentazione di numerose querele da parte delle vittime di truffe 'romantiche' e di altri reati hanno consentito di delineare una rete criminale articolata su due livelli: il primo, fortemente gerarchizzato e prevalentemente radicalizzato nei paesi dell'Africa centro occidentale, si occupava di creare falsi profili al fine di adescare ignare vittime; il secondo, costituito da decine di persone deputate al riciclaggio del denaro fraudolentemente ottenuto, aveva l'incarico di mettere a disposizione i propri conti ovvero di reclutare persone disposte a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto corrente per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale già stabilita dal gruppo criminale.

Gli indagati, situati capillarmente sull'intero territorio nazionale, sono stati in grado di raggiungere vittime in svariati paesi europei ed extraeuropei, seguendo un modus operandi relativamente semplice. In particolare, una volta ottenuto il contatto con la potenziale vittima su uno dei numerosi social network, la stessa veniva coinvolta in un legame affettivo virtuale tale da convincerla a versare spontaneamente somme di denaro al suo 'amato virtuale' per consentirgli di risolvere asseriti problemi. In caso di rifiuto, gli indagati erano arrivati persino ad effettuare delle vere e proprie estorsioni, minacciando le vittime di pubblicare foto e video intimi o conseguenze legali per dei supposti comportamenti illeciti della vittima. Successivamente i proventi così ottenuti venivano smistati su diversi conti correnti e utilizzati per l'acquisto di beni di varia natura, automobili, materiale edile, condizionatori ecc. che venivano poi spediti verso la Nigeria all'interno di alcuni container. 

 Le indagini svolte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Umbria hanno portato all'individuazione e consequenziale esecuzione di 18 perquisizioni, coordinate dal Servizio Centrale di Polizia Postale e delle Comunicazioni e la collaborazione dei Centri Operativi della Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Sicilia e Veneto, nelle province di Modena, Padova, Genova, Pesaro, Latina, Caserta, Campobasso, Palermo ed il concorso del Reparto Prevenzione Crimine Veneto coinvolto dalla Direzione Centrale Anticrimine.