Truffe, affitti in nero e razzismo. Ecco le trappole per gli studenti fuorisede a Modena
Udu Modena e Reggio Emilia raccoglie quasi 1.200 testimonianze di studenti. Uno su due evita i raggiri, il 4,2 per cento ne è invece vittima: «C’è tanta omertà»
MODENA. Uno studente fuorisede su due a Modena e Reggio Emilia ha sventato una truffa. Uno su venticinque c’è incappato in pieno. Quasi uno su tre si ritiene discriminato nella ricerca di un alloggio.
L’Unione degli universitari (Udu) ha indagato sul “caro affitti” per i non residenti iscritti a Unimore, scoperchiando un vaso di Pandora.
Udu Modena e Reggio Emilia ha condotto con il sindacato degli inquilini della Cgil (Sunia) un’indagine su 1.183 studenti fuori sede dell’ateneo, di cui più di uno su cinque (21,2 per cento) è anche un lavoratore.
Il 49,9 per cento s’è imbattuto in una potenziale truffa. «Le truffe sono sempre più frequenti in un mercato così complesso come quello degli affitti e delle case», la lettura di Alessandro Bruscella, coordinatore Udu Modena e Reggio Emilia, in prima linea nella protesta delle tende a Economia.
Esprime preoccupazione Marcello Beccati, segretario provinciale del Sunia. «A Modena abbiamo realtà di persone che si prendono 200-250 euro a studente e danno loro una decina di numeri di telefono da contattare – interviene – Sono realtà strutturate con tanto di siti e di uffici. Si impegnano a trovare contatti per gli alloggi. Arrivare a mettersi nelle mani di questi vuol dire che non ci sono appartamenti per tutti e l’unico modo per trovarli è affidarsi all’amico, che fa pagare l’amico, che a sua volta fa pagare l’amico».
Per Beccati il problema è che gli studenti «spesso si trovano davanti a un muro di omertà: uno studente che denuncia sa di essere espulso dal mercato delle locazioni del territorio».
Un punto su cui concorda Bruscella in merito al denunciare gli alloggi in nero o i contratti in grigio con quote concordate per iscritto e altre cedute al di fuori di quanto pattuito nero su bianco.
La Guardia di Finanza di Bologna ha rilevato 1.007 affitti “sospetti” a studenti fuorisede a Modena (record regionale) e 147 a Reggio Emilia (il livello più basso).
Nel questionario, appena il 2,1 per cento dei 1.183 rispondenti (poco più di venti) ha detto di essere in affitto in nero e lo 0,8 per cento di versare in nero almeno una parte dell’affitto.
«Nonostante il nostro questionario sia anonimo, c’è paura di essere rintracciati in qualche modo», sottolinea Bruscella. «Il problema del nero sarebbe risolvibile pagando quanto c’è nel contratto – giudica Carlo Veneroni, segretario del Sunia di Reggio Emilia – ma spesso gli studenti si trovano sotto ricatto: sono più giovani e più inesperti dei proprietari».
V’è poi il tema delle discriminazioni: quasi uno su cinque (18,6 per cento) dichiara di essere stato discriminato nella ricerca di un alloggio perché maschio e oltre uno su dieci (10,6 per cento) per motivi geografici o razzisti.
Il 55,7 sta in una camera singola, il 67,5 paga tra i duecento e i quattrocento euro per il posto letto, appena il 23,2 per cento ha trovato una sistemazione in meno di un mese.
Tra le soluzioni prospettate, canoni calmierati e un nuovo piano nazionale per la casa. «Dobbiamo fare in modo che mantenere un appartamento sfitto diventi un costo», conclude Beccati.