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Fine vita, il vescovo incontra i medici «Morire dignitosamente è un diritto»

Fine vita, il vescovo incontra i medici «Morire dignitosamente è un diritto»

Don Erio ha ricordato la madre: «Prima di chiudere gli occhi, ci ringraziò»

21 maggio 2023
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Giornata storica per l’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Modena. Per la prima volta, infatti, un vescovo ha visitato la sede dell’istituzione nata più di cento anni fa.

Monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, è stato invitato a proporre una riflessione su sacralità e qualità della vita. E, dopo una breve introduzione al tema da parte di don Gabriele Semprebon, fisiopatologo e bioeticista, ha rivelato una vicenda personale di cui non aveva mai parlato in pubblico: la morte della madre, avvenuta nel 2015.

«La mamma aveva 92 anni e stava male da tempo. Quando peggiorò ulteriormente scegliemmo di evitarle un nuovo ricovero ospedaliero. Qualche istante prima di chiudere gli occhi per sempre trovò il modo di ringraziarci», ha raccontato il vescovo, per spiegare che la persona ha diritto non solo a vivere, ma anche a morire dignitosamente.

«La semplice continuazione della vita non sempre ne assicura la qualità. Giovanni Paolo II chiese di lasciarlo andare alla casa del Padre», ha ricordato don Erio, che si è detto affascinato dal tema delle cure palliative e ha ribadito come nella visione cristiana accanimento terapeutico ed eutanasia siano equidistanti.

L’iniziativa rientrava nell’ambito della Scuola di etica, bioetica e deontologia medica istituita dall’Ordine dei medici e diretta da Francesco Sala: «I temi di carattere etico e deontologico sono sempre più attuali per noi medici – ha spiegato Sala, da quasi trent’anni medico curante dei vescovi modenesi –. Abbiamo creato questa scuola perché i colleghi non hanno altre occasioni per approfondire argomenti delicati che riguardano il fine vita».

«Ringraziamo il vescovo Erio per la sapienza e profondità della sua lezione – ha concluso il presidente dell’Ordine, Carlo Curatola, consegnandogli la medaglia d’argento coniata nel 2010 in occasione del centenario dell’Ordine –. Sono convinto che le sue parole ci aiuteranno nella riflessione sul fine vita che stiamo affrontando in questi mesi con la Scuola di etica diretta da Francesco Sala, ma soprattutto a compiere scelte ponderate nella pratica medica, per il bene dei nostri pazienti e dei loro familiari».l

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