Gazzetta di Modena

Modena

Crimanlità e degrado

Modena. R-Nord, si dimette il custode 63enne «Aggressioni e spaccio: è un inferno»

Modena. R-Nord, si dimette il custode 63enne «Aggressioni e spaccio: è un inferno»<br type="_moz" />

La testimonianza di Gianni Daverio: «Per controllare i contatori inciampavo tra siringhe e rifiuti»

20 luglio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





«Lì dentro è un inferno, non mi sentivo più al sicuro. Né a viverci né tantomeno a lavorarci, per questo ho presentato le dimissioni. Non riuscivo più a lavorare tra prostitute, spaccio di droga, degrado e aggressioni». La voce è quella di Gianni Daverio, 63 anni. Daverio fino a due settimane fa viveva e lavorava, come custode, nel complesso R-Nord: giorno e notte, praticamente 24 ore su 24 tra quei corridoi, quei piani e gli innumerevoli appartamenti «provando a fermare il degrado e la criminalità» e «cercando di riportare la sicurezza all’interno».

Questa era la sua quotidianità fino a una quindicina di giorni fa, ovvero fino a quando ha presentato le dimissioni “per giusta causa”: «Sono stato costretto a lasciare il posto di lavoro – racconta Daverio – e con quello anche l’appartamento dove vivevo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata subire, per la seconda volta, un’aggressione». Sì, picchiato mentre lavorava. «Era già successo a ottobre – afferma – e lunedì 3 luglio il copione si è ripetuto. È stato lo stesso individuo, ad aggredirmi, una persona nota qui all’R-Nord e anche alle forze dell’ordine. Era abituato a entrare e uscire a mesi alterni e dormiva in terrazzo». Così Daverio ritorna su quell’episodio, ripercorrendo quando accaduto: «Dalle telecamere – ricorda – ho visto che cercava di entrare, nonostante non potesse. Durante i miei anni qui ho imposto regole ferree di comportamento per cercare di contrastare criminalità e degrado. Una di queste era, appunto, che un condomino dovesse venire al portone ad accogliere eventuali ospiti. Quella persona, invece, voleva entrare a tutti i costi così gli ho detto di fermarsi, che non poteva entrare. Lui ha dato in escandescenza, provando ad aggredirmi alle spalle: mi ha colpito costringendomi ad andare in ospedale dove mi hanno dato dieci giorni di prognosi». Un episodio che, a detta dell’ormai ex custode, rappresenta però solo la punta di un iceberg fatto di «spaccio, criminalità e prostituzione. Non potevo recarmi in sala contatori perché c’erano rifiuti accumulati e altri almeno un metro, tra siringhe e immondizia varia». Una situazione di emergenza, a tutti gli affetti: «Ho fatto installare ben 32 telecamere – dichiara ancora – per arginare chi dormiva nei corridoio, chi affittava appartamenti alle prostitute e chi spacciava. Pensate, che c’era persino gente che dormiva nei garage e finiva per incendiarli. Di notte si assisteva a un viavai spaventoso: rifiuti, droga e bottiglie ovunque, perfino decine di biciclette nell’ascensore e i garage stracolmi di merce rubata». Situazione che l’ex portinaio ha portato all’attenzione dei sindacati: «Era a rischio la sua sicurezza – dichiara Stefania Longagnani di Filcams e Cgil – Il lavoratore si è rivolto a noi nell’ultimo periodo e la scelta delle dimissioni per giusta causa è stata molto rapida: ora stiamo cercando una differente condizione lavorativa. All’R-Nord Daverio ha dovuto affrontare un contesto diventato complicato e di difficile gestione. Ora sta cercando anche un altro alloggio, dato che lì in quella struttura ci abitava. Cosa fare? Siamo di fronte ad una situazione che ha bisogno di interventi diversi e, forse, un custode non è la scelta più opportuna. Credo – conclude la sindacalista – servano supporti differenti».