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La denuncia

Ospedale Ramazzini, reparto allagato: «Muffa e infiltrazioni, pazienti evacuati»

Ospedale Ramazzini, reparto allagato: «Muffa e infiltrazioni, pazienti evacuati»

Caos in Rianimazione, Cisl: «Situazione inaccettabile, grave stato di incuria: una settimana fa una operatrice sanitaria è addirittura caduta a causa delle delle perdite d’acqua». La risposta dell’Ausl

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CARPI. Perdite d’acqua, muffa, muri rigonfi e pezzi di cartongesso marci che cadono a terra. È la situazione che sta affrontando l’ospedale di Carpi nei reparti di Rianimazione, Endoscopia e perfino nei locali dove si effettua la sterilizzazione degli strumenti operatori e di lavoro. Il degrado va avanti da tempo, ma nella notte tra ieri, martedì 2 dicembre, e lunedì si è toccato forse l’apice: un guasto tecnico ha causato l’allagamento del reparto di Rianimazione e il cedimento del controsoffitto, rendendo necessario il trasferimento di due pazienti. Un episodio grave che, per la Cisl, è solo la punta dell’iceberg.

La denuncia

«Pezzi di cartongesso sono crollati nel bagno, l’acqua è arrivata copiosamente nei locali della Rianimazione e il personale medico e sanitario ha dovuto spostare due pazienti intubati, in un’ala più sicura dello stesso reparto – attacca Gennaro Ferrara, leader della Cisl Fp Emilia Centrale – In Rianimazione è successo un disastro, uso le parole dei professionisti sul posto. Quello che dovrebbe essere il reparto top per sicurezza e asetticità di ogni ospedale, è stato in parte inutilizzabile, col pavimento coperto da strofinacci e lenzuola usate per assorbire l’acqua. Una scena desolante che è pure la polaroid perfetta della nostra sanità in ginocchio», spiega Ferrara.

La causa

I problemi idraulici e le perdite d’acqua non sarebbero nate in una notte: «In questo ospedale sono una storia lunga, sempre segnalata alla struttura tecnica di Ausl e che ormai è divenuta insostenibile. Chiediamo di mettere il turbo a tutti gli interventi di bonifica e ripristino – prosegue il sindacalista – La sala operatoria e la sala sterile da anni presentano problemi di infiltrazioni e perdite d’acqua. Dentro al reparto di Endoscopia, uno dei lavandini nella sala adibita alla pulizia e disinfezione del materiale non è assolutamente adeguato, perde acqua, è pieno di muffa. Lo scorso luglio arrivò una segnalazione scritta ad Ausl, con tanto di foto, nella quale si evidenziava il pericolo di “contaminazione delle pareti e del pavimento con materiale biologico”. Cinque mesi dopo il problema non è stato risolto e le perdite d’acqua, poco tempo fa, hanno addirittura causato la caduta a terra di una operatrice sanitaria».

Gli altri episodi

Ferrara poi analizza quello che accade nella sala adibita alla sterilizzazione della strumentazione chirurgica e delle sale operatorie; sala che dal 15 novembre funziona anche a servizio dell’ospedale di Mirandola e Castelfranco. «In una porzione del locale, dove si trova il materiale già sterilizzato, si sono formate infiltrazioni, l’intonaco si è gonfiato e lo scorso ottobre è caduto sugli strumenti operatori sterilizzati e sull’autoclave. Le foto e le testimonianze sono impietose». Il danno causato da infiltrazioni che sono proseguite nel tempo è esteso: «Nella medesima sala di sterilizzazione, anche dove non c’è controsoffittatura, la parete superiore mostra chiari segni di muffa. Credo che tutti dobbiamo dare il massimo per evitare un rischio strutturale e per scongiurare il pericolo di compromettere la sicurezza ambientale e igienico sanitaria di un ambiente di eccezionale delicatezza. Proteggere una sala di sterilizzazione dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni ospedale, su questo spero che tutti siano d’accordo».

Gli spogliatoi

Un analogo e pesante problema di infiltrazioni è segnalato da Cisl Fp anche nei locali adibiti a spogliatoio. «Anche qui i moduli in cartongesso del controsoffitto in alcuni punti sono marciti e caduti a terra. Nello spogliatoio C era intervenuta un'impresa per attività di risanamento e proprio lì un pesante armadietto a tre ante di metallo grigio è caduto addosso ad una infermiera, il 13 novembre scorso, procurandole una prognosi di sette giorni circa per contusioni a schiena, testa e arti. Un armadietto, segnalano i lavoratori, che come tutti gli altri non è a norma, mancando di scomparti per isolare gli indumenti da lavoro sporchi e contaminati da quelli puliti».

L’appello

Infine, Cisl Fp vuole evidenziare anche la necessità di tenere insieme i lavori di ripristino e di messa in sicurezza con la protezione delle persone e dei pazienti. «Il 6 novembre scorso – spiegano dal sindacato – i lavori eseguiti sul tetto, in corrispondenza del blocco operatorio B, hanno prodotto esalazioni dovute a prodotti chimici utilizzati nel corso dell’intervento. Alcuni lavoratori si sono rivolti al pronto soccorso, segnalando affanno respiratorio, tachicardia, cerchi alla testa e astenia. In base a quanto è stato segnalato, il personale medico e infermieristico è stato invitato a proseguire l'attività chirurgica». «Il quadro d’insieme che emerge dall’ospedale di Carpi è critico e gravissimo. Occorre intervenire con urgenza tutelando, prima di tutto, la salute dei cittadini e del personale, che dà il massimo e non merita di lavorare in queste condizioni», chiosa Ferrara.

La risposta dell’Ausl

«Solo un guasto tecnico» e «nessuna attività interrotta». Sono queste le parole scelte dall’Azienda Usl di Modena per spiegare quanto accaduto nella notte tra ieri – martedì 2 dicembre - e lunedì – 1 dicembre - nell’ospedale carpigiano.  Una presa di posizione, appunto quella dell’Azienda Usl di Modena, che non si è fatta attendere e che è arrivata nella giornata di ieri, martedì 2 dicembre, attraverso un comunicato ufficiale in cui si ricostruisce la natura del guasto tecnico che si è verificato all’interno del reparto di Rianimazione del Ramazzini di Carpi.  Secondo l’Ausl, all’origine del guasto ci sarebbe «la rottura di un raccordo del filtro di una strumentazione, ovvero un lava endoscopi, posta al piano superiore». Guasto che «ha causato la fuoriuscita di acqua nei box e il cedimento di due pannelli della controsoffittatura nei servizi igienici, non utilizzati in quel momento». Da qui, dunque, si è reso «necessario il trasferimento temporaneo di due pazienti in un altro box sempre all’interno dello stesso reparto, e lo spostamento, già programmato per la mattina di ieri (martedì 2 dicembre), di un altro paziente in altro contesto assistenziale». «La prontezza dei professionisti della Rianimazione, che hanno tempestivamente segnalato l’accaduto, e dei servizi tecnici intervenuti per interrompere il flusso d’acqua, ha consentito di limitare i danni e i disagi ai pazienti – concludono dall’Ausl di Modena – Nella mattina odierna (ieri per chi legge, martedì 2 dicembre) il ripristino del guasto e il ritorno alla piena funzionalità dei tre box».