Modena. I negozianti barricati dentro: «Abbiamo paura di uscire»
L’ansia e la rabbia di residenti e commercianti della zona
C’è chi ha paura a uscire dal negozio, chi non porta a spasso il cane quando fa buio e chi, addirittura, tiene la porta della propria attività chiusa a chiave installando un campanello. No, non è una gioielleria, ma un negozio che vende vestiti usati.
L’immagine fa riflettere e rende l’idea del clima che si respira lungo corso Vittorio Emanuele. E si respira da tempo, non perché neanche 24 ore prima un ragazzo di 20 anni è stato ucciso con sette coltellate. «Sono qui dal 1968 – racconta lo storico parrucchiere Giampaolo Fili– una volta si poteva andare al cinema e a ballare; oggi non c’è più nulla, ma solo droga, prostitute, degrado e criminalità. Non si vive più, davvero. Per questo, da diverso tempo mi vedo costretto a tenere la porta del mio negozio sempre chiusa a chiave. E quando si avvicina qualcuno per entrare vado io personalmente a verificare».
Un sentimento che provano anche gli albergatori: anche domenica, proprio a due passi dalle macchie di sangue, si vedevano turisti con le valigie camminare in direzione stazione dei treni. «Questa è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso – racconta Alberto Faenza, albergatore della zona e presidente Federalberghi Modena – Un episodio così grave, in pieno centro storico, fa paura: speriamo in un tavolo con le istituzioni per rivedere le strategie sulla questione sicurezza. Per chiedere cosa? Bisogna rivalutare il problema, perché domenica si è toccato il fondo. Come imprenditori, abbiamo investito tanto in telecamere e sicurezza: facciamo di tutto per tenere il viale vivo, ma qui la situazione è preoccupante. Abbiamo bisogno di più controlli delle forze dell’ordine, anche perché non è la prima volta che si verificano episodi di violenza. Di solito assistevamo a furti o borseggi, ma ora ci troviamo di fronte a qualcosa di decisamente diverso e più grave. Come esercenti, siamo preoccupati e, a cascata, ci rimettono tutti, dai chi abita qui, a chi viene in vacanza e a chi ci lavora».
Chi ha visto bene quel sangue sul marciapiede è Michele, titolare del negozio di biciclette: proprio davanti alla sua vetrina si era accasciato agonizzante il ventenne ammazzato: «Come ci sentiamo? Non molto tranquilli – commenta – con imprenditori e residenti più volte abbiamo fatto segnalazioni alle forze dell’ordine e la speranza è che si intervenga con convinzione per risolvere il problema. Purtroppo di sera non è raro vedere gente ubriaca che schiamazza o litiga a voce alta. Siamo preoccupati: domenica, davanti ai nostri occhi, alle nostre case e attività, è stato ucciso a coltellate un ragazzo di 20 anni».