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Bassa Modenese. «Ricostruzione post-sisma lenta va prorogato lo stato di emergenza»

Ernesto Bossù
Bassa Modenese. «Ricostruzione post-sisma lenta va prorogato lo stato di emergenza»<br type="_moz" />

La richiesta di Platis (Forza Italia) e dell’ingegnere Pullè, consigliere di San Felice

01 settembre 2023
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Chiedono di prorogare, tramite una mozione indirizzata alla Regione, alla provincia e ai sindaci, lo stato di emergenza per la ricostruzione post sisma del 2012, dal momento che «c’è ancora tanto da fare».

La proposta arriva da Forza Italia e dai suoi consiglieri comunali nei territori “cratere” dell’Emilia. Perché, dati alla mano, sottolinea il vicesegretario regionale forzista Antonio Platis, «la ricostruzione sta procedendo a rilento». Stando ai numeri, infatti, risulta che per la ristrutturazione privata sono ancora 780 le pratiche attive nei 17 territori modenesi compresi nel “cratere”. L’importo assegnato è di oltre 415 milioni di euro, anche se ne sono stati pagati solamente 190. Rimane dunque una fetta da 225 milioni di euro ancora da eseguirsi.

A preoccupare è, però, anche la scarsa rapidità dei cantieri: per la ristrutturazione privata i giorni medi dei lavori sono 1.457, con una percentuale di avanzamento pari al 41%. Maglia nera per Novi di Modena, con 193 pratiche ancora attive e oltre 100 milioni di importo assegnato, di cui poco meno di 40 pagato. A uscirne in maniera negativa per le giornate medie della durata dei cantieri è San Cesario, che al 31 luglio risultava avere un valore di 2.427 giorni. La percentuale di avanzamento peggiore se la aggiudicano le pratiche a Ravarino, stabili intorno al 21%.

L’ingegnere Francesco Pullè, capogruppo di maggioranza a San Felice, definisce «necessario valutare la proposta di Forza Italia. Prorogare lo stato di emergenza equivale ad avere più personale e tempistiche burocratiche ridotte, oltre all’esenzione su tasse come l’Imu sugli edifici inagibili». Ma, aggiunge Platis, «significherebbe anche smontare la narrazione fatta dal presidente della Regione Stefano Bonaccini: nonostante i tanti amministratori competenti e i cittadini che si sono dati da fare per ripartire, quello emiliano-romagnolo non è stato un modello efficace».

Ad aggravare la situazione sono poi state alcune misure adottate dai passati governi, in particolare quello del Conte due, a guida Pd e Movimento 5 Stelle: il superbonus 110%, “bocciato”, per altri motivi ancora, anche dalla Corte di Conti. «Con quella misura – sostiene Pullè – tante aziende hanno preferito concentrarsi sulla riqualificazione energetica degli edifici anziché puntare sulla ricostruzione post sisma. Sono inoltre aumentati i prezzi, e ciò ha fortemente rallentato il processo di messa in sesto delle strutture colpite, in quanto i cantieri sono giudicati dalle imprese non remunerativi». La speranza, prosegue il consigliere sanfeliciano, «è che nel 2024, qualora fosse prorogato lo stato di emergenza, le imprese si rendano di nuovo disponibili a fare ripartire i cantieri». Peraltro il tutto rientra all’interno di un contesto ancora più ampio, con la Regione che non convoca un tavolo congiunto con imprese e associazioni dal dicembre 2022. Platis propone poi una più ampia riflessione: «Credo che il Governo debba intavolare un discorso per rivedere il funzionamento della struttura commissariale, perché nel corso degli anni sono stati raggiunti numeri impietosi. Serve un cambiamento alla radice».